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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Guardia di Finanza a tutela di poveri e imprenditori prede facili della criminalità

Il colonnello Alessandro Gallozzi, comandante provinciale delle Fiamme Gialle, in un'intervista spiega che tante aziende, piegate dalla crisi, rischiano di cadere nella rete. I tentativi di infiltrazione anche attraverso 'donazioni facili' e promesse di lavoro.

La crisi economica provocata dalla Pandemia ha messo in ginocchio centinaia di imprenditori, commerciati e lavoratori residenti anche in provincia di Frosinone che si ritrovano a dover fronteggiare pagamenti quotidiani senza aver intascato un solo centesimo. Una situazione drammatica che diventa ancor più incisiva se si viene esclusi dai bonus di sostegno elargiti dal Governo. A restare senza un supporto economico sono stati soprattutto quei dipendenti senza contratto che oggi oltre a non avere più un lavoro non possono usufruire dei benefici perché, per lo Stato, non hanno mai lavorato. Per questo motivo il prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli, attraverso il Gruppo Ispettivo Antimafia (GIA) composto da rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, ha dato vita ad una serie di iniziative volte a tutelare le fasce deboli. La Guardia di Finanza, che per competenza e formazione si occupa da sempre di tutto ciò che riguarda il settore economico, ha messo in campo diverse iniziative. Ad illustrare l'attività che riguarda l'intera provincia di Frosinone, è il colonnello Alessandro Gallozzi, comandante provinciale delle Fiamme Gialle

Colonnello ci può illustrare la situazione economica della Provincia di Frosinone in questo periodo di pandemia?

"Dal marzo 2020 ad oggi il frusinate ha sofferto come tutti le altre Province d’Italia, ma va, tuttavia, evidenziato che il territorio già ereditava una crisi 
economica dovuta alla chiusura di molte realtà imprenditoriali locali che consentivano l’impiego di manodopera nei settori manifatturieri, alberghieri ed edili. La pandemia non ha fatto altro che acuire maggiormente la crisi in questi settori, nonché estenderli ai settori delle piccole imprese commerciali, in quelli della ristorazione e del turismo. Si percepisce l’aumento di una povertà silente che senza lavoro vive di stenti, non paga affitti, bollette e, spesso non sa cosa mangiare. Numerose sono le famiglie che avendo perso il lavoro per i più svariati motivi, anche quello di aver lavorato in nero senza alcuna garanzia da parte dello Stato, sono state costrette a ricorrere agli aiuti alimentari distribuiti dalle organizzazioni religiose o associazioni benefiche sparse su tutta la Provincia, questo è un segnale allarmante, sotto l’aspetto sociale, economico, ma anche da punto di vista della legalità. La storia ci insegna che le crisi economiche devono essere affrontate con  immediatezza, affinché nessuno, e qui faccio riferimento alla criminalità, possa prendere il posto e sostituirsi allo Stato". 

Come può la criminalità infiltrarsi tra i cittadini onesti ed utilizzarli per i loro scopi?

"L’esperienza di altre realtà ambientali ci ha insegnato che quando c’è povertà estrema viene accettato ogni tipo di aiuto, qualsiasi pacco alimentare; non importa la sua provenienza - cioè se arrivi dalla criminalità organizzata o dalla Caritas per citarne una tra le più attive a livello nazionale, l’importante è che si mangi senza farsi troppe domande. Purtroppo, le scelte effettuate nei momenti di disperazione poi si pagano, perché il favore che, da parte della criminalità, poteva essere considerato un semplice gesto d’aiuto, successivamente dovrà essere poi restituito con una richiesta che non si può rifiutare. Le attività richieste svariano da un controllo di una strada, da una consegna di un furgone di cui se ne sconosce il contenuto ad una falsa testimonianza, fino alla gestione di piccole attività di spaccio ovvero essere incaricato di riscuotere il denaro per conto di un usuraio. È in questo modo che lo Stato viene sostituito dalla criminalità e quest’ultima contemporaneamente trova un consenso sociale in grado di fortificare il controllo del territorio ed a macchia d’olio acquista potere". 

Mentre le aziende possono stare tranquille o anche nella nostra Provincia c’è il rischio di infiltrazione?

"I pesanti riflessi della pandemia sull'economia possono offrire alla criminalità organizzata un doppio piano di azione quello, come dicevo, del consenso sociale nei confronti delle famiglie in difficoltà, nonché quello del loro rafforzamento dell’infiltrazione nell’economia legale con lo scopo di occupare maggiori settori produttivi. L’attuale crisi che sta colpendo soprattutto le piccole e medie imprese della Ciociaria, può aumentare il rischio di inquinamento del loro sistema produttivo da parte della criminalità organizzata capace di infiltrarsi nel tessuto economico e strappare intere aziende “pulite” agli imprenditori che, talvolta, per evitare quelle che possono sembrare lungaggini burocratiche per accedere agli aiuti – ma che in realtà, sono delle normali procedure a tutela del denaro pubblico ovvero di prestiti da parte di banche o intermediari finanziari autorizzati -, si rivolgono a chi sul territorio è disposto concedere denaro contante senza “troppe garanzie”. Ciò si realizza in un primo tempo con il prestito di denaro da parte dei sodalizi criminali ai titolari di attività commerciali di piccole o medie dimensioni in difficoltà per il pagamento dei salari delle utenze delle materie prime, successivamente, causa l’impossibilità da parte degli imprenditori di restituire il prestito che nel tempo lievita a livelli esponenziali grazie a tassi di interessi usurai, si assiste al subentro nella proprietà della società di “testa di legno” o nella gestione dell’impresa degli stessi appartenenti alla criminalità. Lo scopo delle organizzazioni malavitose non è svolgere un’attività economica né tantomeno creare lavoro o ricchezza, bensì trasformare le aziende in uno strumento per riciclare e reimpiegare i loro capitali illeciti provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti, usura, estorsioni.

In questi casi che tipo di indagini svolge la Guardia di Finanza?

"È difficile scovare l’infiltrazione della criminalità nelle aziende, soprattutto quando l’imprenditore, in crisi di liquidità ad esempio o di una crisi dell’intero indotto, ovvero di mirati interventi effettuati dalle organizzazioni malavitose volte a far crollare artatamente le commesse o le forniture, sia costretto ad accettare il subentro nella sua società del socio “mafioso” occulto. Tuttavia, la Guardia di Finanza, sotto la direzione delle Procure della Repubblica competenti, è stata da sempre impegnata nell’esame dei flussi finanziari, sviluppo dell’indagini volte a stabilire l’origine dei fondi e dei trasferimenti delle partecipazioni sociali, approfondimento delle segnalazioni delle operazioni bancarie sospette tese a scovare eventuali tentativi della criminalità organizzata ad infiltrarsi in modo occulto nell’economia legale".
 

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