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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus in Ciociaria, sui Protocolli anti-contagio intervengono i sindacati dei lavoratori e i costruttori

Cgil, Cisl e Uil chiedono il rispetto delle procedure di sicurezza in tutte le aziende della provincia di Frosinone. In quanto al settore edile, la Filca vuole che siano chiusi i cantieri insicuri, mentre l'Ance è ormai sul piede di guerra

Dall’Ance Frosinone

Il Presidente Angelo Libero Massaro: “Normativa e Protocollo delle Parti Sociali inaccettabili, l’edilizia dimenticata ancora una volta”.

Le Autorità - esordisce il leader provinciale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili - anziché darci indicazioni pratiche e chiarire le soluzioni che le nostre aziende devono adottare, oggi che si trovano sull’orlo del baratro, con il recente Protocollo non hanno fatto altro che ricalcare in maniera generica e demagogica i principi del DPCM 12 marzo e quelli diramati dal sistema sanitario, sbilanciando ancora di più in capo alle aziende la responsabilità di garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso prescrizioni inapplicabili, almeno in questo momento”.

“È emblematico in tal senso - fa presente - il richiamo del Protocollo sottoscritto dalle Parti Sociali nazionali, alla necessità di utilizzare le mascherine conformi, dispositivi che, come sanno tutti, oggi sono introvabili su mercato. Voglio evidenziare in particolare la problematica collegata al reperimento delle mascherine FFP2 poiché trovo che sia rappresentativa della assurdità dei provvedimenti in commento. Pare che le forniture di mascherine destinate all’Italia siano state addirittura requisite da Paesi esteri e nessuno sa quando avremo una disponibilità adeguata di dispositivi di protezione individuale”.

“E intanto le Parti Sociali nazionali - ribadisce - ci chiedono di garantire la sicurezza dei lavoratori, che lavorano a meno di un metro di distanza, come spesso avviene in cantiere, attraverso l’utilizzo delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione individuale classificati conformi. Non riusciamo ad acquistare mascherine per i nostri lavoratori e riusciamo a reperire soltanto dispositivi non conformi a prezzi che andrebbero denunciati alla Guardia di Finanza. Il cantiere è una unità produttiva complessa. Il lavoro è una cosa seria. Quanto tempo ancora dobbiamo essere presi in giro? Qualcuno è in grado di spiegarci, per esempio, come si applica il divieto di trasferta previsto dal Protocollo alle nostre aziende che stanno eseguendo appalti pubblici o privati in altre Regioni ovvero all’interno delle zone rosse?”

“Assai problematica, sotto questo profilo - va avanti - è anche la gestione del trasporto dei lavoratori dalla sede aziendale all’unità operativa di cantiere, considerando il fortissimo pendolarismo che caratterizza il nostro settore attraverso tutta Italia. Intanto i nostri committenti ci mettono in mora, furbescamente. Dobbiamo fare fronte agli impegni presi, ai mutui, al pagamento dei fornitori. Cosa accade alle nostre aziende se, nonostante le nostre segnalazioni, i committenti non dispongono la sospensione dei cantieri? Dovremmo diventare responsabili penalmente per la salute dei lavoratori, ovvero inadempimenti rispetto all’obbligazione contrattuale originariamente assunta nei confronti della committenza?”.

“A fronte della sospensione degli obblighi contributivi in scadenza - conclude il Presidente dell’Ance Frosinone Angelo Libero Massaro - è necessario gestire i Documenti Unici di Regolarità Contributiva D.U.R.C., per evitare che, per effetto delle stesse agevolazioni, si ricevano DURC negativi. Personalmente propongo la proroga della validità dei DURC in scadenza per ulteriori quattro mesi. I nostri lavoratori, anche per tutelare sé stessi e le proprie famiglie, in molti casi non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni e le aziende si fermano. Noi vogliamo tutelare i lavoratori e le nostre aziende ma non siamo disposti a diventare, per l’ennesima volta, le vittime sacrificali. L’edilizia non pagherà il prezzo più alto anche stavolta. Stiamo richiedendo dei pareri legali per fronteggiare le pretese di quei Committenti pubblici e privati più attenti alle loro finanze che alla salute delle persone e del bene primario del Paese. Siamo pronti, se necessario, a chiudere tutto e procedere con ammortizzatori sociali e licenziamenti”.

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