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Green pass nei campi agricoli: Confagricoltura Frosinone teme ripercussioni negative

Confagricoltura Frosinone, attraverso il suo presidente Vincenzo del Greco Spezza, lancia l’allarme perché il pericolo che i campi possano svuotarsi di forza lavoro è più che mai concreto

Dal prossimo 15 ottobre scatta l’obbligo del green pass anche per i lavoratori del comparto agricolo. Difficile dire cosa accadrà ma Confagricoltura Frosinone, attraverso il suo presidente Vincenzo del Greco Spezza, lancia l’allarme perché il pericolo che i campi possano svuotarsi di forza lavoro è più che mai concreto.

Il primo problema è rappresentato dal fatto che sono soprattutto gli stranieri a lavorare alla raccolta dei prodotti: “Il nostro settore – spiega del Greco Spezza – si affida, nella vendemmia così come nella raccolta d’olive alle porte, in parte anche alla forza lavoro proveniente da fuori nazione. Molti di loro hanno già espresso l’intenzione di non volersi vaccinare e, dunque, torneranno nei propri paesi di origine. Sarà dunque difficile, se non impossibile, attingere ai lavoratori autoctoni per sopperire alla carenza”.

C’è anche un secondo aspetto da sottolineare: “Diversi lavoratori stranieri sono vaccinati con sieri che in Italia non sono riconosciuti, per questo motivo, pur essendo protetti, non possono ottenere il green pass. Chiediamo che prima del 15 ottobre, almeno sotto questo aspetto, le cose possano cambiare e si arrivi ad una deroga per il nostro settore che, occorre ricordarle, opera all’aperto e consente un distanziamento congruo tra i lavoratori”.

Il terzo problema riguarda i controlli: “Non potendo conservare, per privacy, i dati dei green pass e le relative scadenze, i datori di lavoro sono costretti a fare controlli giornalmente seppur a campione. Questo significa dover investire risorse e molto del tempo a disposizione per non incorrere poi in sanzioni da parte delle autorità. Speriamo – spiega ancora il Presidente di Confagricoltura Frosinone - che il nostro settore, che ha sempre lavorato anche durante il lockdown, rivelandosi fondamentale, non debba subire ulteriori penalizzazioni”.

Ed infine una quarta incognita: “Ci sono poi i cosiddetti no-vax, persone che non vogliono vaccinarsi. Come faranno i nostri imprenditori – chiede del Greco Spezza –a sostituirli?”.

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