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Green Pass, le nuove regole da oggi e il piano per toglierlo tra 45 giorni: cosa succederà

Da mezzanotte serve il certificato rafforzato per lavorare se si è over 50: quali i settori più colpiti. Cresce il pressing per mandare in pensione il Super Green Pass già da fine marzo, se non per tutte almeno per molte attività.

Da qualche ora è iniziata l'ultima stretta, poi sarà tutta discesa verso la normalità post-Covid. Dalle 00.01 di martedì 15 febbraio è iniziato l'obbligo per tutti i lavoratori over 50 di avere il Super Green Pass. Chi non lo ha rischia una multa dai 600 ai 1.500 euro, oltre a risultare assente ingiustificato perdendo così il diritto a retribuzione e contributi. Il mancato possesso per quattro giorni (anche non consecutivi) del certificato attestante l'obbligo fa scattare, a partire dal quinto giorno, la sospensione dal servizio e dallo stipendio. Previste sanzioni da 400 a 1.000 euro anche per i datori di lavoro pubblici e privati che non controllano. La misura - come riporta today.it - vale fino al 15 giugno 2022, e probabilmente non sarà prorogata. Ma già prima di giugno sarà inevitabile l'auspicato superamento, almeno in parte, del Green Pass. Il ministro Garavaglia rilancia: "Sotto una certa soglia di occupazione dei posti letto in rianimazione si tolgono tutte le misure". Si procederà per step.

Super Green Pass: le regole sul lavoro da oggi 15 febbraio

Il prezzo da pagare è salato senza vaccino: restare senza stipendio per 4 mesi, fino al 15 giugno. Martedì chi avrà compiuto 50 anni e non sarà vaccinato o guarito sarà considerato assente ingiustificato: non è una novità, sia chiaro. Lo prevede il decreto numero 1 del 7 gennaio scorso "senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, fino alla presentazione della predetta certificazione (il Super Green Pass, ndr), e comunque non oltre il 15 giugno 2022".  Il "super" si ottiene con la vaccinazione (è sufficiente l’inserimento nel ciclo vaccinale) o con la guarigione dal Covid-19. Non sarà, quindi, più possibile per gli over50 entrare a lavoro con l’effettuazione di un tampone rapido o molecolare. 

La legge stabilisce che il Super Green Pass valga anche per varie categorie di lavoratori senza limiti di età, per esempio in scuola, università, forze dell’ordine e sanità. Inoltre, tutti gli over 50, a prescindere che siano o meno lavoratori, dal primo febbraio sono obbligati a vaccinarsi ma la sanzione prevista, 100 euro, non è pesante come lo è invece il rischio di non prendere lo stipendio per quattro mesi. I lavoratori over 50 in possesso dell’esenzione alla vaccinazione non dovranno essere sospesi, ma il datore di lavoro dovrà assegnare loro delle mansioni diverse, anche in smart working. I lavoratori under 50 possono continuare ad accedere al luogo di lavoro con il Green Pass base.

Il Green Pass rafforzato, definito in maniera non ufficiale "super", si ottiene con la vaccinazione o la guarigione dal Covid: non si ottiene, a differenza del Green pass base, con l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare. Dopo la prima dose, il Super Green pass è valido dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione e fino alla dose successiva; dopo la seconda dose, è valido per sei mesi; dopo la dose di richiamo è illimitato.

Chi controlla da domani? Le aziende potranno effettuare le verifiche, come fatto finora con il green pass base, tramite il sistema Greenpass50+ messo a disposizione dall’Inps (sono 9.381 quelle con oltre 50 dipendenti che lo usano), con la App Verifica C-19, tramite controlli ai tornelli, o facendosi consegnare il green pass dai lavoratori. Chi è esentato dal vaccino per motivi di salute potrà essere controllato con gli stessi strumenti usati per gli altri lavoratori, perché dal 7 febbraio la certificazione di esenzione è digitalizzata, ed è collegata a un Qr code, come il green pass.

Vale anche per lo smart working

Le novità si applicano anche ai lavoratori in modalità agile, visto che lo smart working, spiega al Sole 24 Ore Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro all’università di Roma la Sapienza, "non può essere uno strumento per eludere gli obblighi legali. Il lavoro non si può utilizzare in frode alla legge - avverte il professor Maresca -. Se lo smart working è stato programmato prima del 15 febbraio, il controllo scatta al primo accesso al lavoro".

I settori più colpiti

In tutto sono mezzo milione i cinquantenni irriducibili che da oggi non possono più entrare nei posti di lavoro con il Green Pass semplice. Nelle fabbriche non ci sono numeri importanti, tali da creare problemi di organizzazione, assicura Confindustria. Nemmeno  nei bar e nei ristoranti, dove come spiega Fipe-Confcommercio c'è in media una forza lavoro molto giovane, su 100 dipendenti il numero degli over 50 è di circa il 18%. Nella Pubblica amministrazione a dicembre c’erano ancora 200mila dipendenti non vaccinati: meno del 10%, certo, e sicuramente un numero che da allora si è ridotto, per via della stretta sulle norme. L’obbligo vaccinale potrebbe coinvolgere anche un numero importante di lavoratori agricoli, rileva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: «In Italia, quasi il 35% della manodopera in agricoltura ha più di 50 anni. 

Quando finirà l'obbligo di Green Pass per molte attività

Il ministro leghista al Turismo Massimo Garavaglia chiede di modificare quanto prima le regole troppo stringenti che fanno soffrire il settore: "Mi piacerebbe una regola generale - dice a Repubblica -  sotto una certa soglia di occupazione dei posti letto in rianimazione si tolgono tutte le misure, sia per gli italiani che per chi arriva dall’estero. Il presidente del Consiglio ha sempre scelto sulla base dei numeri. Siccome adesso questi sono chiaramente in riduzione, è logico che verranno fatte scelte che vanno nella direzione delle riaperture".

I reparti Covid sono la cartina di tornasole. Il segnale che la pandemia sta davvero arretrando arriva dagli ospedali il termometro più attendibile per misurare gli effetti del virus. I reparti con i pazienti Covid si stanno infatti cominciando a svuotare a ritmo sempre più sostenuto: nelle ultime due settimane i malati ricoverati nelle rianimazioni e anche negli altri reparti di sono ridotti di quasi un terzo.

La decisione di mettere l'obbligo di vaccino per gli over 50, una misura, " è stata presa quando la curva era in salita esponenziale - continua il ministro - La matematica del liceo ci dice che se una curva cresce rapidamente, altrettanto rapidamente scende. Quindi da ora in avanti verranno prese decisioni che vanno nella direzione opposta". Green Pass e Super Green Pass quindi adesso possono essere tolti? "Dobbiamo fare come la Francia, che ad aprile toglie tutto. Mi auguro che lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, non sia rinnovato, visto che i numeri migliorano di settimana in settimana. Di conseguenza tutte le regole legate a quel provvedimento straordinario decadranno".

Addio parziale al Super Green Pass dal 31 marzo?

Cresce il pressing per mandare in pensione il Super Green Pass già da fine marzo. Ormai è obbligatorio non solo per andare a lavorare, ma anche per viaggiare in treno o in aereo, su bus e metro, per andare allo stadio, in palestra o in piscina, per ballare in discoteca, prendere una cabinovia, andare a un concerto oppure a vedere una mostra, sedersi al ristorante o al bar, anche all'aperto. Come scrive oggi la Stampa, non solo la Lega ma anche altri pezzi di maggioranza "cominciano a credere che del Super Green Pass se ne possa fare a meno, se non dai primi del prossimo mese, a partire dal 31 marzo, ossia allo scadere dello stato di emergenza che Draghi ha già detto ai suoi di non voler rinnovare".

Il ragionamento è il seguente: in Italia tra i 50 e i 65 anni senza certificato rafforzato sono rimasti in 800mila circa. Se tra questi il 40%, non lavora restano mezzo milione di irriducibili che sembrano ignorare il Super Green Pass, e non si vaccineranno. Quindi il suo pensionamento anticipato non è più da escludere, anche perché la mossa darebbe una boccata d'ossigeno al turismo, già dalla primavera, visto che molti stranieri il certificato non lo hanno mai avuto o non lo possiedono più perché nei loro Paesi è stato già abrogato. Potrebbe invece restare in vita quello "base", con tampone negativo, più a lungo. E' solo una delle ipotesi che circolano in queste ore, una delle tante.

Cosa accadrà ad aprile

L'addio al Green Pass sarà graduale, ma sono sempre di più coloro, anche tra gli esperti, che non ritengono peregrina l'idea di abbandonare la certificazione (almeno per molte attività all'aperto e anche per alcune al chiuso) già alla fine di marzo. A inizio aprile il Green Pass base (quindi quello ottenuto anche con un tampone rapido negativo nei centri autorizzati) dovrebbe essere subito abbandonato per shopping, banche e uffici postali. La prima restrizione che potrebbe saltare, da aprile, è di fatto l’ultima entrata in vigore: l’obbligo di pass base per accedere sostanzialmente in tutti i negozi tranne quelli di prima necessità, banche, uffici postali, finanziarie e tutti gli uffici pubblici è in vigore dall’1 febbraio. Ad aprile secondo varie indiscrezioni non ancora ufficiali il Green Pass base non sarà poi più necessario per i clienti di parrucchieri, barbieri, estetisti e tutti i centri di servizi alla persona. Probabile invece che il pass, super o base, resti fino all'estate nei trasporti quelli a lunga percorrenza. 

Se la discesa continuerà spedita, non è affatto da escludere l’ipotesi che a fine marzo ci possa essere un allentamento vero del Green Pass, circostanziandone l'utilizzo a un ristretto elenco di luoghi al chiuso. E' importante continuare a chiedere al governo a quali condizioni cesserà l'obbligo di Green Pass per accedere a luoghi e servizi: non è infati ipotizzabile che uno strumento che prevede il controllo dell'identità di chi vi accede, resti indefinitamente. Non date e scadenze sul calendario, ma parametri. Questione di serietà e di programmazione, oltre che di diritto.

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