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Immigrazione, il Lazio è una delle aree con più stranieri: ecco la situazione in provincia di Frosinone

Il reddito medio annuo dei lavoratori dipendenti stranieri è mediamente la metà di quello degli italiani (11.714 euro contro 24.965 euro), e sono anche più esposti a infortuni e incidenti sul lavoro

E’ stata presentata quale giorno fa, dalla Cisl Unione Sindacale Regionale Lazio, la quindicesima edizione dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOs con il sostegno dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

Lo studio che aggiorna e approfondisce il panorama migratorio nella nostra Regione, conferma che il Lazio è una delle aree a più elevata presenza di immigrati in Italia, oltre che tra le più interessanti per le dinamiche sociali generate nei singoli territori.

Gli stranieri nel Lazio sono oltre 680mila, il 13,2% del totale nazionale. Roma e la sua area metropolitana contano 556.826 presenze (81,5% totale regionale) di cui solo nella Capitale ci sono 382.635 immigrati. Dopo Roma, segue Latina con 54.633 residenti stranieri, Viterbo (31.876), Frosinone (26.464), Rieti (13.610). Praticamente nelle quattro province laziali, escludendo Roma, vive un numero di immigrati vicino a quello del Comune di Torino.

La pandemia ha esposto gli immigrati a ulteriori fragilità

Il quadro che emerge dal XV Rapporto IDOS evidenzia il permanere di differenze profonde di opportunità fra italiani e immigrati. La crisi innescata dalla pandemia ha indebolito le condizioni di vita/lavoro esponendo gli immigrati a ulteriori fragilità. Il reddito medio annuo dei lavoratori dipendenti stranieri è mediamente la metà di quello degli italiani (11.714 euro contro 24.965 euro), e sono anche più esposti a infortuni e incidenti sul lavoro.

Non a caso, la presidente dell’Anolf Lazio, Ewa Blasik, ha sottolineato quanto siamo ancora immersi ancora della drammaticità dell’emergenza sanitaria, economica e sociale, in un contesto complicato che ha ulteriormente compromesso i fragili equilibri delle economie dei lavoratori immigrati. Dal canto suo,  ha evidenziato come i dati presentati da IDOS confermino che la presenza degli immigrati in regione sia in linea e nella media italiana.

“Se però, per molto tempo, abbiamo pensato all’immigrazione come ad un fenomeno episodico e momentaneo, dobbiamo prendere atto che è un fenomeno strutturale permanente con cui dobbiamo confrontarci continuamente. Se non riusciamo a rappresentare adeguatamente i nuovi bisogni che questo contesto richiede, rischiamo di non riuscire a dare tutele a questi mondi così vitali ma troppo spesso invisibili. Come diceva Papa Francesco – ha concluso Coppotelli – peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla e di non cogliere l’occasione di trasformarla in rigenerazione e in opportunità”.

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