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Maria Rita Gallozzi, dagli scout di Frosinone alle foreste tropicali africane

La passione può diventare un lavoro unico nel suo genere tra la ciociaria e l'Africa

Una passione nata quando con le Guide del Frosinone 1 (Scout FSE), si facevano campeggi ed escursioni nei boschi…. Un vero e proprio colpo di fulmine che ha portato Maria Rita Gallozzi ad approfondire il suo rapporto con la natura, studiare le sue dinamiche e le sue caratteristiche, fino a farne una professione che oggi le consente di viaggiare per il mondo per certificare la corretta gestione delle foreste e dei boschi.

Dopo aver concluso il liceo nel Capoluogo ciociaro, Maria Rita si è laureata in Scienze Forestali a Viterbo, e dopo aver vissuto in Africa gestendo un Progetto di Sviluppo del Ministero degli Esteri, ha iniziato la sua carriera come Auditor (ispettore) Forestale per enti internazionali (Bureau Veritas, Tuv Sud) ed italiani (CSI, CSQA, Icea) che si occupano di rilasciare certificazioni specifiche per aziende del settore legno.

Di ritorno da uno dei tanti viaggi in Africa, e più specificatamente nel Bacino del Congo, dove ci sono le grandi foreste tropicali del nostro Pianeta, la Segretaria Generale della UIL di Frosinone Anita Tarquini ha voluto incontrarla per entrare nel dettaglio di una professione in Italia poco nota ed effettuata da pochissime persone “Il mio ruolo – spiega Maria Rita Gallozzi – è quello di certificare la gestione delle foreste e dei boschi nel rispetto di una normativa internazionale, applicabile alle foreste di tutto il mondo. Mi spetta il compito, ad esempio, di controllare se tutti i diritti dei lavoratori vengano rispettati da chi gestisce il bosco, partendo dalle paghe, dalla retribuzione corretta degli straordinari; di verificare se le donne hanno lo stesso trattamento economico degli uomini e se vengono osservate tutte le misure di sicurezza dei lavoratori, sia che la loro attività si svolga in bosco, sia in fabbrica. A livello ecologico, vado a verificare se il taglio degli alberi viene effettuato in maniera corretta e se, in questa attività, viene rispettato l’habitat degli animali e le loro esigenze. Controllo anche che siano rispettati i Piani di Gestione dei boschi, se si pone attenzione ai fiori rari presenti all’interno dell’area forestale, al modo in cui viene gestita la caccia o i corsi d’acqua…e intervisto gli “stakeholder”, cioè tutte quelle persone che sono interessate dalla presenza del bosco: associazioni ambientaliste locali, WWF, Carabinieri forestali, ditte boschive, persone che vanno a raccogliere legna, o fungaioli…tutte quelle persone insomma che possono avere informazioni utili per permettermi di capire come funzionano le cose…”

Se quanto richiesto da queste norme internazionali (molto complesse e rigide) è rispettato da parte di chi gestisce la foresta, si ottiene un riconoscimento (avete mai visto la sigla FSC o PEFC sui prodotti in carta o legno che acquistate?) necessario per accedere in un certo tipo di mercato che vuole prodotti “etici” quali ad esempio Ikea,  o Leroy Merlin o la Coop”. Precisa poi Maria Rita:

Non vado solo in Africa dove ci sono le foreste tropicali, ma anche in altri continenti e in Italia, così come in provincia di Frosinone, dove ho lavorato per certificare alcune cartiere presenti sul territorio e che producono carta con cellulosa che arriva da foreste certificate. Mi trovo a certificare boschi, anche di pochi ettari, in giro per l’Italia (Toscana, Trentino, Veneto, Lombardia…..e, ogni volta, mi chiedo perché nel Lazio non riusciamo ad ottenere gli stessi risultati, eppure le nostre aree boscate non hanno nulla da invidiare a tante altre che vedo… Purtroppo non riesco ancora a venire come Auditor qui da noi, nei boschi della Ciociaria, in cui abbiamo faggete storiche stupende (vedi quelle di Prato di Campoli e di Trisulti)…ci vorrebbe che gli enti pubblici che gestiscono queste aree si impegnassero ad arrivare alla certificazione. Sarebbe una bella conquista per il nostro territorio e sarebbe un bel messaggio da trasmettere in tutto il mondo se anche i boschi della provincia di Frosinone fossero gestiti in modo responsabile e sostenibile avendo ottenuto il logo FSC o PEFC (o entrambi) di buona gestione forestale. Non nego che mi piacerebbe molto, da ciociara, poter dire che ho certificato quei boschi in cui da ragazzina andavo a fare campeggi ed escursioni…”, sarebbe un bel fiore all’occhiello per i nostri paesini “montani” spesso fuori dai più noti percorsi turistico-ambientali”…

Insomma, la Dott.ssa Gallozzi è riuscita a fare dell’Africa e dei boschi la sua professione…e, come ha detto durate l’intervista “ancora non riesco a credere che vengo pagata per fare uno dei lavori, almeno per me, più belli del mondo: andare in giro soprattutto in Africa, a visitare angoli di foreste sconosciute per poter poi giudicare se sono “ben trattate” o meno”…. A volte non è sempre facile trascorrere giorni in certi luoghi (insetti, gechi, mancanza di elettricità o acqua corrente, km e km di piste non asfaltate e senza autogrill!!!!), ma faccio finta di essere in campeggio come con le Guide e cosi il mio entusiasmo è sempre quello iniziale!”

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