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Il razzo cinese è rientrato nell’atmosfera. Siamo salvi, è caduto in mare

Poco fa il cessato allarme: il secondo stadio del razzo avrebbe infatti concluso la sua corsa sull'Oceano Indiano nei pressi delle isole Maldive

Si è conclusa nel migliore dei modi la vicenda che nelle ore scorse aveva mobilitato l'opinione pubblica di diverse parti del mondo e anche quella italiana con il paventato rischio della caduta del razzo cinese che nei giorni scorsi era stato fotografato dall'astrofisico di Ceccano Gianluca Masi nei pressi del Centro Italia. Il razzo invece è caduto, per fortuna, nella notte nell’Oceano Indiano.

Per la protezione civile italiana - come riporta today.it - c’era una remota che il relitto del lanciatore Lunga Marcia 5B potesse finire la sua caduta verso terra nel cielo delle regioni italiane. Ecco tutte le ultime notizie con gli orari e le traiettorie possibili per il rientro

Dove è caduto il razzo cinese? Le previsioni erano diventate via via più accurate con l'avvicinarsi del momento del rientro in bassa atmosfera del primo stadio del razzo Lunga Marcia 5B che il 28 aprile ha lanciato il primo modulo della stazione spaziale cinese Tianhe. Fino a poco prima dell'effettivo rientro il rendez-vous tra il razzo CZ-5B e la Terra era stato previsto tra le 3:04 alle 5:04 italiane, come indicato dal sito Space-Track sulla base dei dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad). L'area di rientro vedeva ancora possibile il bacino del Mediterraneo come luogo dell'atterraggio. L'incertezza era giustificata dalla velocità: a 7,8 km / s, solo 1 minuto di differenza nel tempo di rientro equivale a 470 km di differenza. Ora mentre sorge l'alba sull'Italia le agenzie internazionali confermano il cessato allarme: il secondo stadio del razzo avrebbe infatti concluso la sua corsa sull'Oceano Indiano  

L'agenzia spaziale russa ha confermato che il rientro nell'atmosfera sarebbe avvenuto sul cielo delle Maldive. La stessa agenzia intorno alla mezzanotte aveva ridotto ancor più la finestra di caduta alle 4.20 ora italiana, con una margine di errore che andava dalle 3.39 alle 4.46. Attorno alle 4:00 del mattino era previsto il passaggio su Sardegna e Calabria/Sicilia. Ma è bene ricordare che alla velocità con cui il bolide percorreva il cielo era molto difficile prevedere il punto d'impatto poiché a pochi minuti di ritardo o di anticipo corrispondono centinaia di chilometri.
 

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