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“Non voglio morire sfigurato”, il 93enne Pasquale Varone viene operato in piena emergenza Covid

Il quasi centenario di Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone) ha subito un’operazione a un carcinoma cutaneo sul volto. “Quella richiesta non poteva rimanere senza risposta”, dichiara il chirurgo Giangrande, responsabile di Otorinolaringoiatria di Cassino

"Non voglio morire sfigurato". Parole del 93enne Pasquale Varone, originario di Sant'Elia Fiumerapido (Frosinone). Superando la paura dell'intervento al carcinoma cutaneo sul suo volto, però, il quasi centenario è stato operato in piena emergenza Covid presso l'ospedale Santa Scolastica di Cassino.

"Quella richiesta non poteva rimanere senza risposta!”, dichiara il medico chirurgo Eugenio Giangrande, responsabile dell'Unità operativa complessa (Uoc) di Otorinolaringoiatria del nosocomio cassinate. Ecco perché, dopo le visite del caso e un'operazione in anestesia locale, è stato esaudito il più grande desiderio di Pasquale.

Sua figlia Marisa e il dottor Giangrande raccontano questa storia perché il "nonno" ciociaro è "convinto che potrà essere di aiuto ad altri pazienti e anche ai medici che curano e operano malattie no Covid". 

La figlia: "Non hanno badato all'età, per loro è un paziente da curare"

“Abbiamo fatto visitare mio padre da più medici - racconta Marisa Varone - Nonostante il carcinoma evidente alla pelle del viso, tutti hanno sconsigliato l’operazione per via dell’età, ma il carcinoma doveva essere tolto presto altrimenti la salute di mio padre sarebbe presto peggiorata. Non ci siamo arresi e siamo andati all’Ospedale di Cassino per farlo visitare dal dottor Giangrande. Non potevamo aver fatto scelta migliore!“

“Ci siamo affidati al dottor Giangrande e alla sua equipe, alla sanità pubblica, perché non hanno badato all’età di mio padre - aggiunge - Per loro è stato, ed ancora è, un paziente con il diritto alla cura, anche se con 93 anni, perfino se stiamo vivendo in piena pandemia.”

Il chirurgo: "Pasquale aveva sì paura, ma un forte desiderio di stare bene"

“Non è stata una grande opera di convincimento - spiega il dottor Eugenio Giangrande – Pasquale aveva sì paura, ma aveva talmente forte il desiderio di stare bene che non c’è stato un momento di esitazione quando gli ho detto che lo avremmo operato.”

“Abbiamo deciso per la anestesia locale per via dell’età del nostro paziente. È stato un intervento difficile ma che è riuscito perfettamente - conclude - Dopo due giorni Pasquale è tornato a casa e viene regolarmente alle visite di controllo accompagnato dai suoi familiari". 

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