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Il report

Servizi di pulizia e lavanderia, Frosinone si aggiudica una A

Costi contenuti nel capoluogo ciociaro. Bolzano la città più cara

Una spesa contenuta rispetto ad altri capoluoghi d’Italia per i servizi di pulizia e lavanderia a Frosinone. È quanto emerge dal report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2021 dai capoluoghi di Provincia (per questa voce di spesa non sono presi in esame i dati delle Regioni in quanto in questo caso non comparabili) per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating.

Il Centro Ricerche della Fondazione, infatti, analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell'ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell'ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di ‘performance positiva’ (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), ‘scostamento lieve’ (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), ‘scostamento considerevole’ (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), ‘spesa fuori controllo’ (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating - che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale - assegna alla migliore performance la tripla 'A', mentre alla peggiore viene attribuita la lettera 'C'.

Il capoluogo ciociaro si è piazzato al 48esimo posto, aggiudicandosi una “A”, con una spesa di 256.282,64 euro.

Otto capoluoghi promossi con AAA per spesa servizi pulizia

Sono 8 i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione delle spese per i servizi di pulizia e lavanderia. A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono Palermo, che ha speso solo 1.897,98 euro nel 2021, seguita da: Brindisi (9.634,06), Isernia (15.945,87), Lecce (25.274,00), Ascoli Piceno (88.480,31), Teramo (98.378,23), Foggia (164.165,52), Reggio Calabria (356.832,28).

Più folto il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Terni, Vicenza, Trapani, Agrigento, Viterbo, Reggio Emilia, Caltanissetta, Messina, Savona, Benevento, Lodi, Vibo Valentia, Matera, Nuoro, Siracusa, Roma, Rimini, Alessandria, Latina, Cosenza. Ma anche di quelle che si sono aggiudicate la A singola: Enna, Taranto, Pisa, Arezzo, Salerno, Pescara, Verona, Macerata, Como, Chieti, Asti, Varese, Grosseto, Sondrio, Catania, Fermo, Andria, Avellino, Massa, Frosinone, Brescia, Firenze, Siena, Catanzaro, Campobasso.

Gorizia, Bolzano, Mantova, Aosta sono invece i 4 capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese per i servizi di pulizia e lavanderia. Tanto da meritare il rating C, il più basso nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana. Analizzando la classifica, si evidenziano Bolzano, che ha speso 2.224.264,02 euro, seguita da Aosta (1.462.851,86), Mantova (1.178.808,77), e Gorizia (634.119,89).

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