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L'iniziativa

'Trenta Ore per la Vita', il testimonial dell'importante iniziativa è un bambino di Frosinone

Il piccolo Matteo Morelli di 7 anni ha prestato il suo volto per aiutare i bambini meno fortunati

Il piccolo Matteo Morelli di Frosinone è stato scelto come testimonial di “Trenta Ore per la Vita”, associazione Onlus che in Italia organizza attività e raccolta fondi a favore di altre associazioni e organizzazioni di volontariato. Il bambino di 7 anni, che frequenta la seconda elementare nella scuola ‘Ignazio de Luca’ del Capoluogo, è stato selezionato tra centinaia di bambini in Italia.

L’obiettivo di “Trenta Ore per la Vita” è quello di raccogliere fondi per realizzare Case accoglienza per piccoli pazienti con gravi malattie e le loro famiglie, costretti a curarsi lontano da casa. Sono diversi i bambini che per curarsi da malattie gravi devono allontanarsi da casa e purtroppo non sempre i genitori possono permettersi economicamente di restare con loro durante il percorso riabilitativo.

Per questo motivo l’associazione “Trenta Ore per la Vita” da ormai più di 20 anni ha avviato il Progetto Home con l’obiettivo di realizzare case accoglienza provviste di miniappartamenti per assicurare ai bambini gravemente malati e alle loro famiglie una casa lontano da casa, in un luogo protetto e completamente gratuito per tutto il tempo necessario. Ad oggi, le case realizzate hanno registrato oltre 70mila presenze, e le famiglie ospitate sono state più di 950. Quest’anno il Progetto Home sarà realizzato in partnership con la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. La campagna pubblicitaria è già in onda da qualche giorno sui canali Rai.

Il piccolo Matteo e i suoi genitori, Mirko e Alessandra, sono stati ben felici di contribuire a questa lodevole iniziativa, anche se il bambino – come ci rivela il papà - ha preso tutto con leggerezza: “Per evitare che potesse subire tensioni, gli abbiamo tenuto nascosto tutto fino al giorno del set fotografico. Matteo l’ha presa fortunatamente come un gioco. Non abbiamo spiegato a cosa servisse. Argomento troppo complesso e triste. A questa età devono essere spensierati. Siamo noi ad essere orgogliosi di aver contribuito ad una causa nobilissima. Nelle malattie importanti è indispensabile che i genitori stiano vicini ai bimbi malati. Quando non ci sono possibilità economiche è un dramma. Per questo “Trenta Ore per la Vita” si sta impegnando. Immaginate come si possa sentire un bambino da solo a Roma, malato, in ospedale e con i genitori lontani. Per questo colgo l’occasione per invitare tutti a donare. Anche poco, l’importante è farlo in tanti”.

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