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Valle del Sacco, in campo altri 2.6 milioni di euro per la caratterizzazione delle aree agricole ripariali

La Regione Lazio ha approvato il progetto e sta per affidare il servizio di campionamento e analisi dei terreni posti lungo l’asta fluviale della “Valle dei veleni”. Altro passo, pur in ritardo come gli altri, verso la bonifica del Sin

La Regione Lazio ha compiuto un altro passo verso la bonifica della Valle del Sacco, ormai attesa da quindici anni e da terminare entro il 2023. La Direzione “Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti”, infatti, ha approvato il progetto di caratterizzazione delle aree agricole ripariali.  

Al contempo, pertanto, sta per essere affidato il servizio di campionamento e analisi dei terreni posti lungo l’asta fluviale della “Valle dei Veleni”. Anche questa caratterizzazione verrà effettuata come noto in ritardo visto che l’accordo di programma, siglato il 7 marzo 2019 dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal presidente della Regione Nicola Zingaretti, prevedeva la sua conclusione entro quindici mesi.  

La Regione, per i suoi ritardi accumulati in un anno in ogni caso stravolto dal Covid, è stata già richiamata dal Ministero e sembra aver ormai ingranato tutt’altra marcia. Nel quadro del più ampio progetto di caratterizzazione ambientale, che vede ora investire 2.6 dei 4 milioni di euro previsti, partirà anche il biomonitoraggio di vegetali e latte di massa.  

Caratterizzazione delle aree ripariali: le zone interessate 

L'asta fluviale del Sacco è lunga 54 chilometri e comprende 1.730 ettari esondabili dei settori nord e sud del Sito di interesse nazionale “Bacino del fiume Sacco”. A nord, oltre a Colleferro, ci sono Anagni, Ferentino, Gavignano, Morolo, Paliano, Segni, Sgurgola e Supino. A sud Frosinone, Ceccano, Castro dei Volsci, Ceprano, Falvaterra, Patrica e Pofi. Si tratta delle zone in cui, sin dalla dichiarazione di stato di emergenza socioeconomica e ambientale risalente al 2005, sono state vietati coltivazione e pascolo.  

L’attuale qualità ambientale del fiume Sacco 

Stando al monitoraggio delle stazioni di rilevamento, la qualità del fiume è sufficiente fino a Colleferro mentre da Valmontone in giù, per l’esattezza dal Fosso Savo (uno dei maggiori affluenti del Sacco), risulta pessima. Soprattutto all’altezza di Ceccano e Falvaterra, dove nel 2017 fu anche registrata la massima concentrazione di un fitofarmaco simile al Dicofol, un pesticida ritirato dal commercio e potenzialmente cancerogeno come il ben più noto beta-esaclorocicloesano, derivante dalla produzione dall’insetticida lindano.  

Le altre caratterizzazioni: il punto della situazione  

A parte il sito Arpa 2 di Colleferro, visti i lavori di messa in sicurezza permanente avviati lo scorso ottobre, si è dato il via alle caratterizzazioni delle ex Ilmes di Paliano ed Europress di Ceprano. Altrettanto verrà fatto prossimamente per due ex cartiere: Vita Mayer, anch’essa cepranese, e quella di Ferentino. In quanto alla discarica Le Lame di Frosinone si attende l’approvazione del piano tra marzo e aprile in Conferenza dei servizi. Rispetto a Ceccano, poi, è ormai certo che la Regione Lazio realizzerà l’intervento presso l’ex saponificio Annunziata in sostituzione e in danno della società fallita. Visto che sarà estromessa dal Sin, in quanto discarica abusiva di rifiuti, l’ex cava di pietrisco della stessa Ceccano sarà bonificata sempre dalla Regione ma con altri fondi ad hoc. Con tanto rivalsa sul Comune. 

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