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Come io lo vedo: lo sciopero della “vera scuola”

Martedì 5 Maggio abbiamo assistito allo sciopero generale della Scuola. Una mobilitazione di grandi proporzioni che ha visto studenti, professori e gli operatori del settore scolastico marciare insieme per difendere quella che secondo loro è la...

Martedì 5 Maggio abbiamo assistito allo sciopero generale della Scuola. Una mobilitazione di grandi proporzioni che ha visto studenti, professori e gli operatori del settore scolastico marciare insieme per difendere quella che secondo loro è la “Vera Scuola”.

Il 5 maggio si sono contati 618.066 aderenti allo sciopero su un milione di dipendenti. La percentuale di adesione da parte di tutto il personale della scuola è stata del 64,89%.

Ad oggi, dopo tale dimostrazione di compattezza, il Governo si trova a ritrattare le posizioni riguardo il DDL e ad ascoltare quelle che sono le perplessità e le obbiezioni del mondo scolastico rappresentate tramite le associazioni sindacali.

Senza entrare nel merito della riforma, quello che mi preme sottolineare è l’efficacia che il diritto di sciopero può avere quando utilizzato nel modo corretto e quando questo veda la compattezza della categoria che lo propone.

Tale diritto, previsto dall’articolo 40 della nostra Costituzione, è uno strumento che può veramente far capire a chi governa quanto il Popolo possa essere forte. Gli scioperi, quando spinti da giusti motivi, possono essere il modo più efficace per fare ascoltare la voce di chi, da solo, non potrebbe combattere poteri che influenzano in modo radicale la vita di chi li subisce.

Purtroppo, a volte, si dimentica un principio fondamentale del nostro ordinamento, custodito nel primo articolo della nostra Costituzione. La sovranità appartiene al popolo e i governanti rispondono del loro operato ai cittadini Italiani, che hanno il potere di legittimarli.

Questi, e con la manifestazione del 5 maggio l’hanno dimostrato, possono opporsi a quelle che considerano decisioni ingiuste o dannose per la vita della Repubblica e possono andare ad influire sulle decisioni di governo.

Lo sciopero, quando parte dal basso, è il modo, costituzionalmente previsto, che hanno i cittadini per dimostrare la loro forza e per riaffermare con i fatti quel principio scritto nell’articolo 1 della Costituzione che tanto ci piace sottolineare, che non può rimanere semplice demagogia e che deve trovare la massima espressione nell’azione popolare.

Ben venga quindi un Popolo Italiano che sappia sfruttare quegli strumenti che la Costituzione prevede per riaffermare la propria forza e che, forte delle idee e delle giuste motivazioni, riesca, in modo pacifico e civile, a cambiare una realtà alla quale non deve essere per forza condannato.

Alessandro Verrelli

Come io lo vedo: lo sciopero della “vera scuola”

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