Buono fruttifero postale a 14 anni saldato con pochi euro. Fa causa alle poste e ne ottiene 20 mila
Una signora delle zone a sud di Roma in data 5.3.2001 aveva sottoscritto, con la madre, tre buoni postali fruttiferi serie “AF”, ciascuno per l’importo di Lit. 5.000.000 recanti a tergo le seguenti condizioni economiche (“L’importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali. Se riscosso prima, matura gli interessi lordi del buono ordinario meno mezzo punto”). Il tutto per complessive Lit. 15.000.000. I buoni in questione recavano una correzione a penna “AA1” priva tuttavia di timbri e/o firme.
Alla scadenza dei buoni, e precisamente nel 2015, la signora Rossi si recava presso Poste Italiane al fine di esigere gli importi alle predette condizioni e, invece, Poste negava il rimborso della maggior somma, applicando le condizioni, meno favorevoli, relative alla serie AA1.
La signora Rossi, alquanto amareggiata per aver visto ridurre di tanto i risparmi di una vita suoi e della propria madre, che nelle more era venuta a mancare, per il tramite di legale della Consulta Giuridica di AECI ROMA SUD citava in giudizio Poste Italiane al fine di veder riconosciuto l’importo secondo le condizioni scritte a tergo dei buoni fruttiferi a lei intestati.
Con Sentenza del Tribunale di Velletri del 17.09.2020, il giudice “condanna(va) Poste Italiane S.p.a. a rimborsare i titoli suindicati nel rispetto delle condizioni economiche sopra accertate”, oltre alla refusione delle spese di lite. I buoni fruttiferi postali, secondo le suddette condizioni, valgono € 20.335,47, al netto delle ritenute fiscali.
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