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Cronaca Cassino

Una truffa alimentare da milioni di euro, arrestato Arturo Salvatore Di Caprio (foto e video)

L'ex referente del clan camorristico La Torre, residente a Piedimonte e con un curriculum criminale di spessore incastrato dalla Procura di Frosinone e dalla Guardia di Finanza

La primula rossa della truffa alimentare è stata incastrata. L'ex reggente del clan camorristico La Torre nel Cassinate prima e nel nord Italia poi. Arturo Salvatore Di Caprio, l'uomo che ha dato spunto al capitolo "Aberdeen, Mondragone - I rapporti della camorra in Gran Bretagna" nel libro Gomorra di Roberto Saviano, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Cassino su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Frosinone su richiesta della Procura.

Holding criminale

L'ex imprenditore specializzato nell'import ed export di frutta e verdura con un'attività in via Garigliano, unitamente ad altri due soggetti, secondo quanto emerso dalle investigazioni delle Fiamme Gialle, avrebbe messo a segno una maxi truffa a danno dei più grandi colossi nazionali specializzati nella produzione e nella distribuzione di prodotti alimentari. Tra queste anche la Parmigiano Reggiano.

Operazione cavaliere Nero finanza Cassino

Un'indagine approfondita

Un'indagine certosina e meticolosa, portata avanti per quasi tre anni dal personale del colonnello Alessandro Gallozzi, comandante provinciale della Guardia di Finanza, e che ha consentito di smantellare una vera e propria holding del crimine (specializzata nel raggirare le aziende più note spogliandole di prodotti alimentari di pregio senza pagare un solo euro. Prodotti che poi venivano rivenduti a basso costo all'interno dei discount del centro e sud Italia) con ramificazioni in tutta Italia e nelle città di Ceccano, Alatri, Sora e Cassino per quanto riguarda la provincia di Frosinone.

Il comunicato della Guardia di Finanza

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone hanno dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone, Dott.ssa Ida Logoluso, applicativa della custodia in carcere nei confronti di  A.D., cinquantunenne di Cassino (FR), e della custodia domiciliare nei confronti di G.M., sessantaquattrenne di
Grosseto, e di P.L., quarantacinquenne di Baiano (AV), nell’ordine capo e promotori di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla frode fiscale nel settore della grande distribuzione alimentare.

Sono tuttora in corso di esecuzione i sequestri di beni mobili e immobili, conti correnti e quote societarie per un valore di circa 1 milione di euro riconducibili all’organizzazione, operante in tutto il territorio nazionale ma con sede principale nel frusinate. Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Frosinone, gli investigatori del Gruppo Guardia di Finanza di Cassino hanno svolto indagini nei confronti di ventisei persone e quattordici società, a vario titolo coinvolte nell’articolato sistema di frode.

I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata dalla rilevante entità del danno cagionato nei confronti dei fornitori, dall’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti all’omessa ed infedele dichiarazione, dalla falsità ideologica alla intestazione fittizia di beni e alla truffa ai danni dello Stato, in relazione alle false dichiarazioni d’intento presentate per ottenere l’esenzione IVA.

L’operazione di servizio, in particolare, prendeva avvio da un controllo su strada di un furgone che trasportava prodotti alimentari dei quale il conducente non era in grado di giustificare il possesso né chiarirne la provenienza.

Le investigazioni eseguite hanno consentito di smantellare Il “sistema”, articolato su diverse società cartiere e su vari prestanome riconducibili al gruppo criminale, che acquisivano credibilità sul mercato mediante la presentazione di bilanci contenenti informazioni non veritiere circa le proprie condizioni economiche, patrimoniali e finanziarie; inoltre, presentavano false dichiarazioni d’intento relative all’esportazione della merce all’estero al fine di evadere l’Imposta sul Valore Aggiunto.

Dopo aver instaurato preliminari rapporti commerciali e carpito la fiducia dei fornitori con iniziali operazioni andate a buon fine, i sodali eseguivano ordinativi di merce di ingente valore, senza tuttavia procedere al pagamento di quanto dovuto.

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