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Cronaca Arce

Omicidio Mollicone, verbale choc di Santino Tuzi: "Serena non era la prima volta che entrava in caserma"

La Procura ha disposto la perizia calligrafica sull'ordine di servizio inerente il 1 giugno del 2001 a firma dall'allora comandante Mottola. Se il documento dovesse risultare falsificato vuol dire che a vedere la ragazza non è stato solo il brigadiere morto suicida

Il mistero della presenza di Serena Mollicone nella caserma di Arce potrebbe essere svelato dall'ordine di servizio stilato dal maresciallo Franco Mottola e inerente il primo giugno del 2001. Se il documento, oggi in mano agli esperti di grafologia del Ris dei Carabinieri, dovesse mostrare delle falsature, allora vuol dire che qualcuno ha falsificato le firme e cancellato delle altre. La Procura di Cassino e gli investigatori della Compagnia dei Carabinieri di Pontecorvo, che da due anni stanno nuovamente indagando, con eccellenti risultati, sull'omicidio della studentessa di diciotto anni, sono certi che nel giorno della sua morte nella caserma di Arce vi fossero altre persone, magari sottufficiali che però non risultano essere in servizio.

Troppe domande senza risposta

Come si è arrivati a dedurre ciò? Il personale del colonnello Fabio Cagnazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Frosinone, ha visionato il verbale di interrogatorio firmato dal brigadiere Santino Tuzi. Il carabiniere a domanda del magistrato dell'epoca titolare delle indagini, il procuratore capo Gianfranco Izzo, risponde che 'ho visto Serena arrivare ed ho aperto il cancello. Non mi sono preoccupato di dove andasse perchè in caserma era passata diverse volte. Dall'inteforno una voce mi ha detto di farla entrare. Io alle 14.30 sono andato via dalla caserma ma lei non era ancora scesa". Dove andava Serena? La giovane donna stava forse collaborando nel ricostruire qualche indagine? Se Santino Tuzi avesse saputo che la studentessa era in pericolo sarebbe andato via, essendo padre di una ragazza quasi coetanea della giovane uccisa? E se vi fosse stato un altro sottufficiale presente quel giorno nella caserma di Arce perchè non ha riferito, come ha fatto Tuzi, su quanto fosse a conoscenza?

Delitto Mollicone

L'interrogatorio di un testimone chiave

Per trovare una risposta a così tanti quesiti il procuratore capo Luciano d'Emmanuele ed il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, hanno chiesto altri due importanti accertamenti: una perizia calligrafica sull'ordine di servizio e l'audizione, quindi l'interrogatorio di una persona che da anni vive all'estero ma che all'epoca dei fatti era ad Arce e che forse può essere a conoscenza di qualche importante risvolto. La perizia stilata dal medico legale Cristina Cattaneo è ineccepibile sulle dinamiche che hanno portato alla morte di Serena, anzi al suo assassinio. L'impatto contro la porta della caserma e il successivo soffocamento. Quello che resta da capire ha potuto piccchiato la ragazza fino al punto di riperle il dito di una mano, di provocarne un trauma cranico e una lesione al padiglione auricolare, prima di stordila facendole sbattere la tempia sinistr, con violenza, contro la porta dell'alloggio di servizio all'epoca dei fatti in uso alla famiglia Mottola.
 

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