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Cronaca Sora

Sora, la discarica di via Ara Forcella è una 'bomba ecologica': sequestrata dalla Procura

Due tecnici comunali indagati per avvelenamento delle acque. Trovate tracce di cromo, nichel ed arsenico.

Sequestra la discarica di Ara Forcella a Sora. Il provvedimento è stato emesso dal magistrato Alfredo Mattei della Procura di Cassino ed eseguito dai Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone e la Polizia Provinciale di Frosinone. Due dirigente del comune di Sora sono indagati per i reati di inquinamento, omessa bonifica e avvelenamento di acque. Gli ispettori dell'Arpa Lazio hanno infatti trovato arsenico, nichel, selenio, solfati, piombo e cromo in concentrazioni molto elevate. 

Gli accertamenti

I consulenti tecnici hanno accertato che il sito, destinato originariamente a discarica di rifiuti urbani è stato poi anche utilizzato come deposito per i cd sovvalli, provenienti dall’impianto SAF di Colfelice, nonostante le caratteristiche idrogeologiche non idonee e disattendendo le previsioni di legge ed il parere contrario emesso dalla Regione Lazio. Le opere emergenziali di messa in sicurezza, fondate su studi idrogeologici errati, non hanno garantito l’isolamento tra il corpo della discarica ed il territorio circostante, favorendo, in questo modo, un continuo interscambio di acqua tra il fondo della discarica ed le falde acquifere circostanti nonché, un incremento di produzione del percolato il quale, fuoriuscendo a valle della discarica, ha contaminato terreni e corsi d’acqua limitrofi. La mancata attivazione delle operazioni di bonifica e di adeguati interventi di messa in sicurezza ha fatto si che gli effetti negativi rimanessero in corso negli anni.

Nessun controllo per anni

I consulenti tecnici, visti gli atti adottati dal Comune, hanno affermato il mancato avvio delle operazioni di bonifica del sito evidenziando come le attività emergenziali di messa in sicurezza, realizzate tra il 2001 ed il 2007, non siano riuscite a fronteggiare la contaminazione della falda acquifera sottostante e la continua produzione di percolato; una parziale caratterizzazione dell’area nonché la saltuaria asportazione del percolato sono le uniche attività svolte sul sito. In base ai campionamenti effettuati da Arpa è stato possibile determinare gli effetti che la fuoriuscita del percolato ha prodotto sulle acque di falda: è stata così accertata la presenza di arsenico, nichel, selenio, solfati, piombo e cromo in concentrazioni molto elevate. Tale contaminazione ha determinato un deterioramento delle acque tale da non poter essere più destinate alla produzione di acqua potabile e o all’utilizzo nell’agricoltura. 
 
 

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