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L'inchiesta

'Acque nere', cinque indagati davanti al Gup per rispondere di inquinamento ambientale

A rischiare il processo sono l'ex presidente della Aea Riccardo Bianchi ed altre quattro persone tra tecnici e dipendenti. La prima udienza il prossimo 9 febbraio

L'indagine 'Acque nere' si è ufficialmente conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio formalata dal magistrato Emanuele De Franco, sostituto procuratore di Cassino e con la fissazione dell'udienza dinanzi al Gup per i cinque indagati. Il 9 febbraio quindi Riccardo Bianchi, l'ingegner Roberto Orasi, direttore area tecnica (entrambi difesi dagli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola e Domenico Marzi), l'ingegner Amedeo Rota, responsabile degli impianti Cosilam gestiti dalla AeA, l’ex project manager Laura Paesano ed ex responsabile dell’impianto di depurazione (entrambi difesi dall'avvocato Giuseppe Igliozzi) e Jessica Bartolucci (difesa dall'avvocato Gianluca Giannichedda) dovranno difendersi dall'accusa di 'inquinamento ambientale e scarsa sicurezza nel luogo di lavoro'.

I fatti contestati risalgono al 2020 – 2021 e riguardano la società che gestisce il depuratore consortile, che convoglia i reflui di alcune aziende e comuni del cassinate. In particolare sono stati svolti campionamenti sul corso d’acqua Rio Pioppeto, sia presso lo scarico finale dell’impianto sia a monte e a valle di detto scarico.

Dagli accertamenti svolti emerge innanzitutto la continua, e significativa, violazione dei limiti tabellari stabiliti per i reflui dello scarico finale del depuratore consortile; in secondo luogo i campionamenti a monte e a valle hanno rilevato fortissime differenze qualitative delle acque del Rio Pioppeto, proprio in riferimento ai parametri riscontrati nel reflui di detto scarico; infine, anche visivamente, lo stato del corso d’acqua si mostrava colmo di schiume e melme, spesso accompagnato da forti odori.

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