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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Alatri

Alatri, travolto e ucciso da auto pirata: condannata una giovane donna

La vittima, Daniele Stirpe, pasticcere di 46 anni, venne falciato dalla Smart fuori controllo nei pressi di un bar. Il Gup ha ritenuto responsabile la 27enne di omicidio stradale

Un anno e 10 mesi di reclusione e sospensione della patente di guida per quattro anni: questa la pena, con la sospensione condizionale, patteggiata mercoledì 13 gennaio 2021, in Tribunale a Frosinone, avanti il Giudice per l’Udienza Preliminare Ida Logoluso, dalla giovane di Alatri imputata per per 'omicidio stradale' e 'omissione di soccorso'. La donna il 31 marzo del 2019 ha investito ed ucciso senza poi fermarsi a prestare soccorso, il pasticcere di quarantasei anni Daniele Stirpe. L'uomo dopo la tragica morte ha lasciato la compagna e due figli minori oltre ai genitori e ai fratelli, questi ultimi assistiti da Studio3A-Valore S.p.A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

La tragedia

L'incidente è avvenuto poco prima delle cinque del mattino quando Daniele e suo zio sono usciti dal bar pasticceria dove si erano fermati a fare colazione. Improvvisamente, è piombata su di loro una Smart che, come impazzita, ha invaso la corsia opposta e lo spazio pedonale dove si trovavano i malcapitati, travolgendoli entrambi e facendoli volare sull'asfalto: per il 46enne non c'è stato nulla da fare; lo zio è rimasto ferito seriamente ed è stato trasportato in codice rosso all'ospedale “Fabrizio Spaziani”. Chi era alla guida della vettura in primo momento non si è fermato.

L'indagine

La donna, solo alcune ore più tardi si è presentata presso la locale stazione dei carabinieri ammettendo le sue responsabilità e asserendo di aver avuto un colpo di sonno. Accanto a lei il fidanzato, indagato per omissione di soccorso e sulla cui posizione il Gup deve ancora esprimersi. I genitori e i fratelli di Daniele Stirpe che, attraverso il responsabile della sede di Roma, Angelo Novelli, si sono affidati a Studio3A, sono già stati risarciti per la grave perdita subita, ma chiedevano anche una condanna dell’investitrice ad una pena che non fosse proprio simbolica e, pur con tutti i limiti della giustizia italiana, una parziale risposta l’hanno ottenuta.

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