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Definitivamente fuori dal Consiglio / Aquino

Consigliere comunale perde il ricorso e viene estromesso dall'assise

Pietro Ferone di Aquino, dopo una querelle a colpi di carta bollata contro l'amministrazione Mazzaroppi, ha coinvolto la collega entrata al suo posto: il Tribunale di Cassino gli ha dato torto

Il tribunale civile di Cassino ha rigettato il corso presentato dal consigliere comunale Pietro Ferone di Aquino. Una querelle senza fine che nel corso degli anni è andata avanti a colpi di carta bollata e che sembrava essere finita con la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Roma nel gennaio del 2021 e che, con ordinanza depositata il 25 gennaio 2021, aveva disposto la reintegrazione di Ferone nella carica di consigliere comunale.

"La Corte di Appello aveva motivato il provvedimento evidenziando che la delibera n 36/2018 doveva essere adottata a scrutinio segreto, perché riguardava persone, mentre, invece, era stata adottata con voto palese. Si è, quindi, trattato di un errore procedurale e precisamente della violazione dell’art 38 comma 2 del regolamento. Sono state confermate le ragioni sostanziali della decadenza ed in particolare la non pretestuosità della lite e della domanda risarcitoria intentata dal Comune contro il Ferone, come già acclarate dal Tribunale di Cassino (1° e 2° motivo di ricorso) e non più contestabili avendo il Ferone proposto sulle stesse appello incidentale, ma subordinato all’accoglimento dell’appello principale (come letteralmente risulta dalla ordinanza della Corte)" avevano spiegato in una nota il sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi e il presidente del Consiglio Maurizio Gabriele.

In pratica, applicando la Giurisprudenza alla lettera, il Comune di Aquino era riuscito comunque ad estromettere il consigliere incompatibile che a questo punto ha deciso di presentare ricorso contro l'entrata in Giunta di Isabella Di Nallo, difesa dall'avvocato Maddalena Lombardi. 

E nei giorni scorsi è arrivata anche la decisione del giudice civile che ha rigettato il ricorso di Ferone motivandolo così: "ha rinnovato il procedimento a partire dal momento segnato dalla statuizione demolitoria, sostituendo la delibera viziata con una nuova delibera, con conservazione degli effetti giuridici degli atti precedenti. Parimenti  va respinto il secondo motivo di ricorso, con il quale ha dedotto la violazione dell'articolo 63 co 1 n°4 Tuel per essere la lite pendente connotata da carattere strumentale". 

In sintesi secondo il giudice civile del tribunale di Cassino, l'Amministrazione Mazzaroppi avrebbe agito secondo regola e secondo Legge. 

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