Accusata di essere una pusher dopo l'arresto del marito, prosciolta dal Gup
La disavventura giudiziaria di una 36enne di San Giorgio a Liri si è conclusa con l'assoluzione
Il GIP presso il Tribunale di Cassino, ha assolto V. S. trentaseienne di San Giorgio a Liri, dall’accusa di spaccio di sostanza stupefacente.
La vicenda aveva preso piede nel febbraio 2021 quando a seguito di una operazione dei Carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, avevano inizialmente tratto in arresto il marito dell’imputata, in quanto era stata rinvenuta sotterrata all’interno del giardino di una abitazione un considerevole quantitativo di sostanza stupefacente.
In particolare, i militi avevano rinvenuto oltre un etto di eroina, poco meno di un etto di cocaina e circa mezzo chilo di hascisc, oltre a due bilancini elettronici, un numero considerevole di bustine di cellophane, e un macchinario elettrico per la termo saldatura delle bustine in plastica.
A seguito di tale rinvenimento, era stata disposta una intensa attività di intercettazione telefonica nei confronti del marito della donna e di altri tre soggetti, tutti indagati del reato di spaccio di sostanza stupefacente.
Secondo l’accusa, era in atto una fiorente attività di spaccio nei confronti di plurimi tossicodipendenti a cui avrebbe partecipato, secondo l’Ufficio di Procura, anche la donna difesa dall'avvocato Emanuele Carbone.
Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza preliminare a carico dell’imputata che è stata prosciolta dal Gup dopo che l'avvocato Carbone, durante ha evidenziato tutte le lacune delle accuse che venivano rivolte alla propria assistita, in particolare, la mancanza della prova regina in ordine alla riconducibilità di detta sostanza in capo alla propria assistita e soprattutto in ordine alle presunte cessioni nei confronti di soggetti tossicodipendenti.