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Cronaca

Cassinate, accusato di aver violato la sorveglianza speciale, assolto dal tribunale

Nelle ore scorse la discussione finale in tribunale a Cassino davanti all'Avv. Carbone

Un cinquantaquattrenne cassinate gravato da molteplici precedenti penali per reati relativi alla cessione di sostanza stupefacente e contro il patrimonio era finito alla sbarra per violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale a cui era sottoposto a seguito di un provvedimento del Tribunale di Frosinone, Sezione Speciale per le misure di prevenzione. In particolare, G.M. cinquantaquattrenne, durante un normale controllo da parte delle forze dell’ordine, era stato trovato in auto unitamente ad un altro soggetto anch’egli gravato da numerosi precedenti penali. A seguito di una verifica più approfondita, i carabinieri, con l’ausilio del sistema telematico di cui sono dotate le forze dell’ordine, avevano riscontrato che, il cinquantaquattrenne risultava sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.G. con espresso divieto di accompagnarsi con soggetti pregiudicati. Pertanto, il cassinate, veniva deferito all’Autorità Giudiziaria, per violazione dell’art. 75 comma 2 del d.lvo 159/11, che impone, come detto, il divieto per i soggetti sottoposti a misura di prevenzione di accompagnarsi abitualmente con soggetti con precedenti penali.

Nelle ore scorse, avanti il Tribunale di Cassino, si è proceduto alla discussione finale, durante la quale, il difensore dell’imputato, l’Avv. Emanuele Carbone, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito, con la formula di rito, perché il fatto non costituisce reato, in quanto, il proprio assistito non aveva commesso alcun reato, in quanto, l’incontro con l’altro soggetto con il quale era stato trovato il cinquantaquattrenne era da considerarsi isolato e non abituale come richiede la norma; infatti, detta norma punisce chi, essendo sottoposto alla misura di prevenzione personale, abitualmente frequenta soggetti pregiudicati, difettando, nel caso di specie, uno degli elementi costitutivi di reato contestato. Il Tribunale, condividendo la tesi giuridica sostenuta dall’Avv. Emanuele Carbone per conto del proprio cliente, ha assolto l’imputato, con formula piena, perché il fatto non costituisce reato.

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