E' ciociaro il giudice pro immigrati che ha fatto infuriare il governo Meloni
Nata a Cassino cinquantanove anni fa, il magistrato Iolanda Apostolico presta servizio presso il tribunale di Catania
È nata a Cassino dove ancora vive la sua famiglia e dove ha studiato, Iolanca Apostolico, classe 1964, il giudice del tribunale di Catania che ha fatto infuriare, con una sentenza pro immigrati, la premier Giorgia Meloni e tutto il governo di centro destra. La vicenda riguarda il rilascio di un giovane uomo arrivato a Lampedusa il 20 settembre e in passato era stato già destinatario di un provvedimento di espulsione.
Un viaggio, quello precedente, che aveva portato alla morte in mare della sua fidanzata e che lo avrebbe spinto a partire di nuovo. Secondo quanto riportato nella decisione del giudice Iolanda Apostolico, il tunisino richiedente asilo ha dichiarato che sta scappando dalla famiglia della ragazza che lo vuole uccidere, ritenendolo responsabile della morte della loro figlia.
La decisione presa dal giudice Apostolico, cioè di non convalidare il provvedimento con il quale è stato disposto il trattenimento, emesso dal questore della provincia di Ragusa il giorno 28/09/2023” e “dispone l’immediato rilascio”. Il giudice della sezione Immigrazione in premessa considera che “il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda (rt.6 comma 1 d.lgs 142/2015; art.8 della direttiva 2013/33/UE); che il trattenimento deve considerarsi misura eccezionale e limitativa della libertà personale, ex art.13 della Costituzione”.
"La normativa internazionale ed europea sui rimpatri è prevalente – spiega il difensore dell’uomo, l’avvocata Rosa Maria Lo Faro, a sintetico commento della sentenza che costituisce il primo caso in Italia - nella mia opposizione alla convalida avevo anche evidenziato che la manifestazione della volontà dell’uomo di richiesta di asilo era stata esplicitata a Lampedusa e che invece è stata formalizzata 7 giorni dopo a Modica".
La decisione del giudice frusinate non è stata ritenuta giusta dal presidente del Consiglio, Meloni che, sulla sua pagina Facebook, risponde: "Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili ('le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d'oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura".