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Cronaca Cassino

Cassino, muore in carcere per overdose, la disperata protesta della madre

La donna, che da tre anni attende giustizia, è stata ricevuta dal magistrato titolare della delicata indagine. Mimmo D'Innocenzo aveva trentadue anni e la famiglia non si rassegna.

Non si rassegna alla morte del figlio di soli trentadue anni. Un decesso avvolto nel mistero quello di Mimmo D'Innocenzo giovane romano di Pietralata detenuto nel carcere di Cassino. La madre Alessandra Pasquini, unitamente a familiari ed amici, ieri mattina ha dato vita ad una protesta pacifica davanti al tribunale di Cassino. Perché da tre anni attende di sapere come suo figlio possa aver assunto un'overdose di oppiacei nella cella del penitenziario di via Sferracavalli. 

L'incontro con il pm

La manifestazione ha visto la partecipazione di decine di persone tra amici e parenti del giovane Mimmo. Un messaggio che non è passato inosservato. Sul posto anche funzionati del tribunale e lo stesso magistrato titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi che ha voluto incontrare di persona la donna. Un colloquio chiarificatore che è servito ai familiari del giovane a comprendere la delicatezza dell'indagine e ad avere fiducia nella Giustizia.

La vicenda

L'inchiesta, che prosegue nel massimo riserbo, vedrebbe coinvolto anche un agente della Polizia Penitenziaria. L'uomo, in servizio la sera del malore di Mimmo, avrebbe prelevato il ragazzo dalla cella per portarlo in infermeria dove erano presenti due medici. Una versione che fa acqua con le dichiarazioni dei sanitari che al magistrato avrebbero riferito che quella sera non era stato visitato nessuno. Un altro mistero riguarda l'improvvisa sparizione, come riferisce l'avvocato Vitelli, che rappresenta la famiglia D'Innocenzo, "di tutto il carteggio del diario clinico del carcere del mese di aprile". Infine e non meno importante è stato l'esito dell'autopsia che ha confermato l'avvenuta iniezione sul ragazzo. Il foro sul braccio, come refertato dal medico legale, era stato praticato nell'arco delle 24 ore precedenti la morte del giovane".

Un bravo magistrato

"Per la prima volta in tre anni ho incontrato una persona umana e di cuore - ha spiegato la signora Alessandra ai noi di Frosinonetoday e parlando del magistrato -. La morte di Mimmo è stata devastante ed inaspettata per tutti e io non trovo pace". Il ragazzo in realtà ha una storia 'particolare' alle spalle. Quando aveva venti anni rimase vittima di un gravissimo incidente stradale mentre viaggiava a bordo di una moto. Resta in coma per giorni. Poi la lunga riabilitazione e pian piano il ritorno alla normalità con un cospicuo conto in banca: aveva ottenuto un risarcimento di 250mila euro dall'assicurazione. Mimmo, giovane ed avventato, non riesce a gestire una somma tanto alta e finire in un brutto giro, compreso quello della cocaina. Per mamma Alessandra inizia un nuovo calvario. Passa qualche anno e Mimmo decide di entrare in una comunità di recupero dove resta pochi giorni. Torna a casa e una mattina entra in un supermercato e tenta maldestramente una rapina. Viene arrestato in pochi minuti. Il ritorno in una comunità sembra essere l'ultima speranza fino a quando la condanna per la tentata rapina non è divenuta definitiva e Mimmo finisce in carcere a Cassino, pochi giorni dopo l'ingresso nel penitenziario, viene trovato morto.

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