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Cronaca Cassino

'Welcome to Italy', il Gup non fa sconti: tutti sotto processo

L'indagine di Guardia di Finanza e Polizia vede coinvolte 23 persone tra imprenditori, ex sindaci e pubblici ufficiali. Assolti l'ex vice sindaco di San Giorgio a Liri, Massimo Terrezza. L'opposizione chiede al sindaco di Cassino di prendere posizione

Il Gup del tribunale di Cassino, Sodano, ha rinviato a giudizio tutti gli indagati dell'indagine 'Welcome to Italy' accogliendo le richieste del magistrato Alfredo Mattei. Uno degli imputati, l'ex vice sindaco di San Giorgio a Liri, Massimo Terrezza Che ha scelto il rito abbreviato è stato assolto. Il processo avrà inizio il 13 aprile 2021.

L'unico scagionato

Nella precedente udienza Gup, gli unici ad essere estromessi dal processo sono stati Salvatore Secondino, padre degli imprenditori Lucio e Dino, che con gli avvocati di fiducia Sandro Salera e Paolo Marandola, è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dalla Procura e Valentina Tomassi, difesa dagli avvocati Maria Luisa Abbatecola e Alessandro Veneziani. 

Tutti i nomi

Francesco Mosillo, 37 anni di Cassino; Lucio Secondino, 43 anni di Cassino; Dino Secondino, 45 anni di Cassino; Michele De Rosa, 36 anni di Cassino; Luca Imondi, 38 anni di Cassino, Paolo Aristide Aristipini, 48 anni di Cervaro; Katia Risi, 44 anni di Cervaro; Bruno Vincenzo Scittarelli, 70 anni di Cassino, di cui è stato anche Sindaco; Lucia Risi, 37 anni, nata a Sora ma residente a Cassino; Daniele Scittarelli, 37 anni di Cassino; Daniele Quadrini, 48 anni di Sora; Michele Murante, 70 anni di Poggio Moiano (Rieti); Massimiliano Murante, 34 anni di Rieti; Alessandro Pieroncini, 36 anni di Roma; Modesto Mario Della Rosa, ex deputato, 60 anni di San Giorgio a Liri, di cui è stato anche Sindaco; Angelo Marrocco, 69 anni, ex sindaco di Rocca D'Evandro; Ornella Romanelli, 63 anni di Mignano Montelungo ma residente a Rocca D'Evandro; Simone Di Nallo, 42 anni di Cervaro; Giuseppe DI Pilla, 67 anni di Isernia; Salvatore Maddonni, 63 anni di Isernia; Giuseppe D'Errico, 40 anni di Caserta ma residente a Casagiove; Martino Valiante, 58 anni di Santa Maria Capuavetere.

L'opposizione a Cassino

"In maniera chiarissima, chiederemo al sindaco Enzo Salera, con una mozione in consiglio comunale, di costituirsi parte civile, come comune di Cassino - spiegano Giuseppe Golini Petrarcone. Salvatore Fontana, consiglieri di minoranza - nel processo denominato Welcome to Italy"

Le indagini

Gli accertamenti investigativi svolti su delega della Procura di Cassino, sotto la direzione del Procuratore Capo Luciano d’Emmanuele e del Sostituto Procuratore Alfredo Mattei, hanno coinvolto numerosi Comuni delle provincie di Frosinone, Caserta, Isernia, Latina e Rieti. Nell’ambito delle indagini esperite, è stata acquisita copiosa documentazione contabile ed extracontabile che ha consentito di individuare numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati sia nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) gestiti dagli uffici delle Prefetture.

Le richieste della Procura

Sulla scorta della delega emessa dalla Procura di Cassino sono state qualificate le condotte criminose poste in essere dagli indagati, quali l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e relative all’ottenimento di rimborsi non dovuti, frode nella fornitura di servizi ai rifugiati e richiesta di rimborso rette per rifugiati non più presenti sul territorio nazionale, e individuati ulteriori soggetti ad essi collegati.

La corruzione

Veniva inoltre rilevato un caso di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio S.P.R.A.R. per la percezione di contributi per costi mai sostenuti. Nell’ambito dei controlli documentali emergeva, in alcuni casi, la doppia annotazione nei registri di rendicontazione di costi sostenuti da Cooperative per il servizio S.P.R.A.R. e la doppia percezione di contributi per il pagamento di personale dipendente delle Cooperative sia dello S.P.R.A.R., nonché un doppio utilizzo dell’IVA, portata sia in detrazione che rimborsata. Sono state acclarate precise responsabilità a carico dei legali rappresentanti e soci di n.3 cooperative dalle quali è emerso un vero e proprio sistema basato sull’illecito e indebito rapporto tra il responsabile dell’ufficio rendicontazione del servizio S.P.R.A.R. e i responsabili di due cooperative ramificate nei territori delle province di Frosinone, Caserta e Isernia. In un caso, è stato rilevato che a fronte dell’intervento di un pubblico ufficiale era stata prospettata, quale compenso, l’assunzione del figlio, cosa che poi è regolarmente avvenuta.

Condizioni disumane

E’ stato riscontrato che, nel tempo, il sistema di rendicontazione dei costi comprendeva anche spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare, come nel caso di quelle sostenute per l’organizzazione della festa per il diciottesimo compleanno del figlio di un responsabile e confluite nella contabilità del servizio S.P.R.A.R. quale costo sostenuto per la realizzazione di una manifestazione finalizzata all’integrazione dei migranti ospiti. Sempre a carico del servizio S.P.R.A.R. sono state poste anche delle spese di ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di proprietà di un responsabile della cooperativa coinvolta.

Gli appalti

Per quanto concerne il servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni siti nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone, è stato rilevato che questo avveniva senza alcuna procedura ad evidenza pubblica ed emergeva, altresì, che il sindaco di un comune coinvolto era riuscito ad ottenere quale “compenso” l’assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo, in alcune circostanze, anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse. Le indagini svolte, hanno permesso di appurare che le cooperative erano giunte a una sorta di patto “di non concorrenza” con il quale si erano spartite il territorio ove operavano. Illuminante in tal caso è la circostanza in cui, innanzi al tentativo di “infiltrazione” da parte di un’altra cooperativa, veniva rilevato l’intervento del sindaco che, con minacce più o meno velate, costringeva la proprietaria dell’immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.

Il pagamento delle rette

Nel corso delle indagini venivano accertati casi di pagamento di rette per migranti non più presenti sul territorio italiano e il subappalto di vitto e alloggio a un centro fatiscente ad un prezzo risultato essere inferiore a 1/3 di quello versato dalla Prefettura, ottenendo in tal modo un indebito guadagno. Nell’ambito delle perquisizioni veniva rilevato lo stato dei luoghi altamente fatiscente con ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, ma la mala gestione di questi centri di accoglienza aveva invece consentito ai responsabili di questi, di utilizzare automobili di lusso, quali due SUV della BMW modello X1 e X3, acquistati in leasing dalla cooperativa stessa.

Le misure cautelari

All’esito delle indagini di polizia giudiziaria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino, su richiesta del Sostituto Procuratore Mattei, ha emesso un’ordinanza di applicazione di n.18 misure cautelari personali, di cui 11 relative all’obbligo di presentazione alla P.G. e 7 relative al divieto di esercitare attività imprenditoriali, disponendo altresì il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di beni per un importo pari a circa 3 milioni di euro.

La difesa

A rappresentare la difesa degli indagati sono stati oltre che gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola anche Coriolano Cuozzo, Giuseppe Di Mascio, Gianrico Ranaldi, Domenico Buzzacconi, Giancarlo Corsetti, Riccardo De Vizio. Maria Luisa Abbatecola e infine lo studio Stellato e Sgambato.

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