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La storia / Cassino

Sbranata dai cani, deve la vita ad un'equipe di chirurghi 'made in Cassino'

La donna, arrivata in fin di vita al 'Santa Scolastica' è stata sottoposta a quattro ore di intervento. Ricostruiti volto, arti superiori ed inferiori e scongiurata l'amputazione di una mano ridotta a brandelli dalle fauci di un pitbull ed un rottweiler

Le hanno ricostruito il viso, gli arti superiori ed inferiori ed evitato l'amputazione di una mano. La pensionata di 83 anni di Sant'Elia, aggredita e sbranata da due cani, lo scorso 8 dicembre, deve la vita ad un'equipe di chirurghi d'emergenza del 'Santa Scolastica' di Cassino.

Il dramma che vede come protagonista la signora Elide (useremo un nome di fantasia) ha inizio nel pomeriggio dell'Immacolata Concenzione quando, nel piazzale esterno dell'abitazione dove vive con figlio e nipote, viene azzannata da un pitbull e da un rottweiler di proprietà del nipote. Una frazione di secondo e le fauci dei due molossi fanno scempio del suo viso, delle braccia, delle gamba e di una mano. A strapparla a quel tormento è il figlio che la carica in auto e la trasporta d'urgenza al pronto soccorso del 'Santa Scolastica'. La pensionata ha perso tanto sangue ed è in fin di vita. Eppure, nonostante la criticità del quadro clinico facesse optare per il trasferimento a Roma, in elicottero, si è deciso di attuare una corsa contro il tempo e di strappare a morte certa la poveretta.

In sala operatoria sono stati chiamati, coordinati dal primario di chirurgia il dottor Bruno Bordone, il chirurgo ortopedico Roberto Speciale, la chirurga generale Annalisa Paliotta, gli anestesisti d'urgenza dottor Arturo Gnesi dottor Luca e Luca Evangelista e gli infermieri di sala operatoria Amedeo Di Mambro e Massimo Fusco.

In quattro, lunghissime ore di duro lavoro, l'equipe ha ridato vita e forma ad un corpo scempiato evitando che una delle mani venisse irrimediabilmente compromessa da un'amputazione. Oggi a distanza di 15 giorni da quel drammatico mercoledì, la nonnina è in netto miglioramento tanto da essere trasferita dal reparto di terapia intensiva a quello di chirurgia con grande gioia dei familiari che hanno intenso ringraziare uno staff di eccellenza, degno delle grandi strutture ospedaliere della Capitale e del nord Italia. 

Le vere eccellenze mediche del territorio meritano di essere elogiate pubblicamente. Questo affinché gli utenti capiscano che non occorre cercare la panacea di tutti i mali altrove per trovare sollievo a sofferenze e criticità fisiche. 

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