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Cronaca

Depuratori, inquinamento e traffico di rifiuti: rinviati a giudizio Asi, AeA, Navarra Spa e 15 indagati

Il Gup di Roma dà il via al processo derivante dall’inchiesta dell'Antimafia di Roma, suffragata da indagini dei carabinieri forestali, sui depuratori di Ceccano e Villa Santa Lucia. Rigettata, intanto, la richiesta di dissequestro dell'impianto di Cassino

Il Gup di Roma, in occasione dell’apposita udienza preliminare, ha rinviato a giudizio i 15 indagati a vario titolo per i reati di inquinamento ambientale e attività organizzata di traffico di rifiuti tra il 2013 e il 2017 presso i depuratori di Ceccano e Villa Santa Lucia: l’uno di proprietà del Consorzio Asi di Frosinone e l’altro del Consorzio per lo sviluppo meridionale del Lazio (Cosilam – Cassinate), entrambi gestiti dalla società AeA.

Per illecito amministrativo dipendente da tali presunti reati, verranno processate altresì le società Asi e AeA nonché la società Navarra Spa di Ferentino, gestore di rifiuti pericolosi e non. Stamane si apprende altresì che il Riesame, nel frattempo, ha rigettato la richiesta di AeA volta al dissequestro dell’impianto di depurazione di Cassino in relazione all’Operazione Acquanera.  

A fronte dell’inchiesta della Direzione distrettruale antimafia di Roma, suffragata dalle indagini dei carabinieri forestali, la posizione dell’inizialmente indagato Francesco De Angelis – allora presidente dell’Asi Frosinone e ora a capo del Consorzio industriale unico del Lazio -  fu archiviata vista la delega di funzioni in materiale ambientale affidata al dirigente dell’area tecnica. A conclusione delle indagini preliminari, dunque, fu ritenuta insussistente la qualifica soggettiva per l’imputazione di responsabilità penali.

I 15 indagati finiti sotto processo

Per conto del Consorzio Asi, sono imputati Claudio Ferracci (dirigente dell’area tecnica con delega di funzioni in materiale ambientale), Massimiliano Ricci (direttore con delega in materia ambientale) e Mauro Sisti (responsabile delle problematiche ambientali). Per conto della Navarra Spa, invece, Rosettano Navarra e Enrico Casini, rispettivamente legale rappresentante della società fino al 27 maggio 2016 e il suo successore.

Rispetto all’Aea, subentrata nel 2016 nella gestione dei depuratori, l’ormai ex amministratore delegato Roberto Bianchi – al quale il Riesame ha intanto revocato gli arresti domiciliari disposti per via dell’Operazione Acquanera – e il direttore tecnico Antonio Cavallaro. Sono i sette imputati per attività organizzata di traffico di rifiuti in concorso.

Gli stessi Bianchi e Cavallaro (AeA), in relazione al periodo compreso tra il 15 luglio 2015 e il novembre 2017, sono accusati al contempo di inquinamento ambientale assieme a Ferracci, Ricci e Sisti (Asi), interessati tra il 22 maggio 2015 e il 14 luglio 2016. Nonché per l’esercizio abusivo dell’attività in assenza dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), ottenuta successivamente. Coinvolti, proprio rispetto al rilascio dell’Aia, i dirigenti della Provincia di Frosinone Tommaso Michele Secondini e Leonardo Campoli.

Per via degli odori molesti che portarono alla chiusura della scuola ceccanese di via Passo del Cardinale nonché a una serie di esposti e manifestazioni di protesta, finisce sotto processo anche il responsabile Amedeo Rota.

Infine, “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”, verranno processati anche i tecnici di laboratorio Manuela Pintore (Palmer), Simona Romeo e Giuliano Costantini (Laser Lab), Livia Cavallitto (Theo Lab) e Francesco Farinelli (Farm), firmatari dei rapporti di prova.  

L’accusa di inquinamento ambientale

“Gestendo l’impianto di depurazione Asi di Ceccano con le condotte ai capi che precedono – si legge testualmente - nonché omettendo di dotare l’impianto di un sistema di aspirazione e trattamento dell’aria proveniente dalle sezioni più critiche, compromettendo in maniera significativa l’aria circostante e il corpo idrico nel quale venivano immesse acque derivanti dalla lavorazione di rifiuti industriali e urbani, cagionavo una compromissione significativa dell’aria e del suolo”.

La presunta attività organizzata di traffico di rifiuti

Nel periodo gennaio 2013-14 luglio 2016, presso il depuratore Asi di Ceccano, sarebbe stato gestito “come Consorzio Asi di Frosinone, un rilevante quantitativo di fanghi di depurazione classificati come non pericolosi […] con analisi non esaustive e quindi non tali da escludere la presenza nel rifiuto di sostanze pericolose”.

Questa operazione avrebbe consentito un indebito profitto di 622.114,76 euro da parte del Consorzio Asi e di 137.346,14 euro da parte della Navarra Spa in quanto “consegnava tali rifiuti alla società Navarra Spa che li accettava come non pericolosi e li gestiva poi come tali, applicando un prezzo euro-tonnellata più basso di quello che sarebbe stato applicato se li avesse accettati e smaltiti come pericolosi”.

In quanto al depuratore di Villa Santa Lucia, invece, tale presunto modus operandi avrebbe portato a un lucro di 45.997,20 da parte del Consorzio Asi e di 10.108,62 euro da parte della Navarra Spa.

Tra il 15 luglio 2016 e il maggio 2017, una volta subentrata la AeA, quest’ultima avrebbe incassato indebitamente 141.209,67 euro e la Navarra Spa 32.027,87 euro in relazione al depuratore di Ceccano. Rispetto a quello di Villa Santa Lucia, invece, rispettivamente 14.041,52 e 2.756,49 euro.

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