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Cronaca Ferentino

Ferentino, il plesso di Colle Silvi intitolato a Domenico Salvatori ed inaugurata la nuova aula di informatica

Alla presenza del Sindaco Antonio Pompeo, gli assessori Francesca Collalti e Luca Bacchi, e dei consiglieri comunali Piergianni Fiorletta e Maurizio Berretta; il Dirigente scolastico, MariaTeresa Valeri. Numerosi Familiari dell’eroico alpino morto...

Alla presenza del Sindaco Antonio Pompeo, gli assessori Francesca Collalti e Luca Bacchi, e dei consiglieri comunali Piergianni Fiorletta e Maurizio Berretta; il Dirigente scolastico, MariaTeresa Valeri. Numerosi Familiari dell’eroico alpino morto in Albania nel 1944.Domenico Salvatori nacque a Ferentino il 12 febbraio 1921 in una famiglia contadina. Trascorse la gioventù fra i lavori dei campi e lo studio svolto per la gran parte in seminario. Partecipò alla seconda guerra mondiale in qualità di sergente della Divisione Alpina Taurinense impegnata principalmente in Montenegro. All’alba dell’8 settembre 1943 Domenico decise di lottare per la libertà dei popoli oppressi entrando a far parte della Resistenza nelle fila dell’Esercito Nazionale di Liberazione Albanese. Dopo otto mesi di guerriglia fu catturato dai nazisti che lo ricattarono chiedendogli di collaborare con loro in cambio della vita. Domenico, che amava molto la vita, che nutriva un profondo affetto per la sua famiglia e che soprattutto

amava profondamente una giovane montenegrina con la quale progettava di sposarsi di lì a poco, non ebbe esitazioni e preferì affrontare il plotone di esecuzione piuttosto che tradire i suoi compagni. Struggenti e piene di sentimenti puri sono le sue ultime lettere scritte nell’imminenza dell’esecuzione e rocambolescamente recapitate alla famiglia.

Sono condannato a morte per essermi rifiutato a combattere e di seguire a servire gli oppressori dell'umanità guidati da un "senza Dio” e per essermi rifiutato a servire un ideale di una Nazione che di tanto sangue ha cosparso la terra. Il mio Martirio sia fecondo alla nuova Italia. Che i posteri sappiano che morii per l'onor della mia Patria, che non ho saputo rinnegare, come taluni fecero. Il mio cadavere giacerà in terra straniera, ma ricordatevi che non sono morto. Io milito nella gloriosa schiera degli invitti Eroi della gloriosa Italia.

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