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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fiuggi, maxi truffa milionaria su sisma ed eco bonus, nei guai il patron della squadra di Calcio

Nei primi dieci mesi del 2021 l’impresa avrebbe acquistato crediti di imposta per un valore nominale di oltre 110 milioni di euro da una moltitudine di soggetti i quali, in base ai preliminari riscontri, risulterebbero privi di consistenza imprenditoriale

L’eco di una vasta operazione dei finanzieri del comando provinciale di Roma arriva con forza fino al nord della Ciociaria. Si tratterebbe di una maxi truffa di oltre 110 milioni di euro di società che fa capo ai Fratelli Mario e Davide Ciaccia con quest'ultimo che è anche il proprietario dell’Atletico Fiuggi Terme, la squadra di calcio che milita nel campionato di Serie D.

Secondo l'ipotesi investigativa, gli imprenditori avrebbero usufruito indebitamente di alcuni degli incentivi sulle ristrutturazioni immobiliari stanziati dal governo durante la pandemia da Covid: nello specifico, ecobonus al 110% e sismambonus 110%. Tramite falsi "stati di avanzamento dei lavori" su edifici intestati a loro prestanome, avrebbero monetizzato le false fatture presso alcuni istituti di credito.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza emesso nella fase delle indagini preliminari dalla Procura della Repubblica capitolina, avente ad oggetto oltre 110 milioni di euro di crediti fiscali relativi a misure di sostegno emanate dal Governo durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà.

L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate sulla spettanza dei “bonus” previsti dai Decreti “Rilancio” e “Cura Italia” del 2020, connessi alle spese di locazione di immobili ad uso non abitativo e riconosciuti sotto forma di crediti d’imposta in misura pari a una percentuale dei canoni effettivamente versati (fino al 60%).

Tali benefici fiscali possono essere direttamente utilizzati per compensare debiti fiscali, oppure ceduti, anche in parte e più volte, per lo stesso fine, dandone comunicazione – sia il cedente che il cessionario – attraverso la piattaforma informatica “cessione crediti” messa a disposizione dalla predetta Agenzia.

Gli accertamenti, delegati dall’Autorità Giudiziaria al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, hanno evidenziato la presunta fittizietà dei citati crediti di imposta, che sono stati ceduti attraverso un sito internet a una società – con sede nella Capitale ma operante in tutta Italia – che si proponeva in rete come soggetto giuridico capace di far conseguire alla clientela “liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti di imposta derivanti da norme speciali”, acquistandoli e pagandoli subito dopo aver svolto – come dichiarato – controlli documentali circa la loro genuinità, per poi cederli a sua volta a terzi, dietro compenso.

Nei primi dieci mesi del 2021, l’impresa in parola ha acquistato crediti di imposta per un valore nominale di oltre 110 milioni di euro da una moltitudine di soggetti i quali, in base ai preliminari riscontri, risulterebbero privi di consistenza imprenditoriale o, comunque, non potrebbero beneficiare delle menzionate agevolazioni fiscali. Tra le incongruenze rilevate sono emerse ipotesi in cui sono stati inseriti nella piattaforma informatica gestita dall’Amministrazione finanziaria dati di imprenditori per i quali non risulta essere stato registrato nel periodo di interesse alcun contratto di locazione, ovvero che, a fronte di dichiarazioni dei redditi presentate per importi modesti, sosterrebbero spese locative per centinaia di migliaia di euro all’anno.

Le indagini hanno permesso inoltre di riscontrare che parte dei crediti d’imposta: per un valore nominale di 44 milioni di euro, è stata venduta dalla società capitolina a una serie di persone fisiche e giuridiche, allettate dalla possibilità di acquistare bonus “spendibili” con uno sconto sul loro valore nominale;

- per circa 10 milioni di euro, è stata persino “monetizzata” mediante la cessione a intermediari finanziari.

Allo scopo di interrompere la circolazione dei crediti sui quali sussistono gravi indizi di fittizietà e individuare i responsabili dell’ipotizzata truffa – finalizzata a frodare sia i terzi in buona fede, sia l’Erario – la Procura della Repubblica di Roma ha emesso la misura cautelare d’urgenza, relativa alle quote societarie e al patrimonio aziendale della società romana, al sito internet attraverso il quale essa promuoveva la propria attività e all’intero ammontare dei crediti di cui la stessa è tuttora titolare o che ha già ceduto.

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