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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

È andato in pensione il generale Antonio Menga, l'ufficiale dei Carabinieri che non ha lasciato solo Guglielmo Mollicone

In quattro anni di presenza a Frosinone, come comandante provinciale, ha consentito, facendo individuare nuovi spunti, la riapertura le indagini su uno degli omicidi più noti in Italia. Nella sua lunga carriera ha 'combattuto' contro gli imprenditori ed i clan camorristici che hanno inquinato il Casertano

E' andato in pensione con la consapevolezza di aver fatto luce, grazie alla sua caparbietà ed alla fiducia verso i suoi uomini, sull'omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce uccisa nella caserma dei Carabinieri. Quando è arrivato al vertice del comando provinciale dei carabinieri di Frosinone, l'allora colonnello Antonio Menga, da padre prima che da ufficiale dell'Arma, ha deciso di mettere le mani in quello scottante ginepraio che da oramai troppi anni avvolgeva la morte della studentessa.

Ed è proprio durante il suo mandato in Ciociara l'oggi generale di brigata Menga, è riuscito a far emettere i primi avvisi di garanzia a carico delle persone attualmente sotto processo e ritenute responsabili di omicidio volontario. Un merito questo che lo ha portato a ricevere il pubblico ringraziamento, durante trasmissioni televisive di caratura nazionale, da parte del padre di Serena Mollicone, il compianto Guglielmo.

La lunga carriera

Oltre che in provincia di Frosinone il generale Menga ha prestato servizio alla tenenza di Norcia, alla sezione anticrimine dei ROS di Catanzaro contrastando la criminalità organizzata nel periodo dei sequestri di persona. E' stato al comando della Seconda Compagnia della scuola sottufficiali di Velletri e della compagnia di Colleferro. In provincia di Caserta, quando era al Comando Carabinieri Tutela Ambiente, ha mandato sotto processo 96 persone, tra imprenditori e politici che unitamente ad esponenti del clan dei Casalesi, avevano scelleratamente versato rifiuti tossici in terreni e fiumi. Quella della lotta all'ecomafia è stata una vera e propria 'crociata' portata avanti dal generale Menga.

Dopo i quattro anni trascorsi in Ciociara la carriera lo ha portato a divenire Capo ufficio addestramento e studi della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Qui in due anni, come coordinatore del gruppo interforze per il monitoraggio antimafia delle bonifiche dei terreni inquinati della terra dei fuochi, ha continuato a seguire le vicissitudini legate ad una terra tanto martoriata. E lo scorso anno, a conclusione della sua lunga carriera è stato nominato titolare della nuova Cattedra dei comparti di specialità presso la Scuola Ufficiali Carabinieri dove si è occupato principalmente della formazione dei nuovi Ufficiali del ruolo forestale dell’Arma. Un uomo perbene, un ufficiale dalla schiena dritta e di grande umanità al quale l'Arma dei Carabinieri deve molto, per l'impegno e messaggio di rettitudine trasmesso al prossimo.

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