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Cronaca

Mazzette per aiutare un detenuto. Nei guai un dirigente sanitario del carcere

L'uomo avrebbe aiutato il carcerato con false attestazioni riguardanti l'attività motoria dello stesso e ne aveva chiesto anche il tasferimento

Soldi in cambio di agevolazioni ad un detenuto. E' quanto sarebbe emerso da una inchiesta che ha portato in udienza preliminare un dirigente sanitario del carcere di Frosinone con l'accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio  e falsità ideologica.

I favori al detenuto

Nello specifico l'uomo avrebbe favorito il carcerato (anche quest'ultimo è finito davanti al gup per corruzione) certificando deperimento organico e la  difficoltà di deambulazione. Patologie che non sarebbero state confermate da specifici esami diagnostici. Secondo l'accusa il medico avrebbe effettuato le certificazioni senza sottoporre il detenuto a visite specialistiche e controlli strumentali. "Inoltre - si legge nel decreto di rinvio a giudizio -  avrebbe certificato ripetutamente nel diario clinico, nonostante non ne ricorressero i presupposti, la gravità delle condizioni generali di salute del detenuto, con specifico riguardo anche alle condizioni sopraindicate e conseguentemente avrebbe assunto determinazioni favorevoli per l'uomo sotto il profilo del miglioramento del trattamento  (al detenuto  era stato assegnato giornalmente un piantone per coadiuvarlo nelle sue attività)".

La richiesta di trasferimento

Ma c'è di più: il dirigente sanitario aveva presentato richiesta di trasferimento del carcerato presso un Centro Diagnostico Terapeutico in quanto la sua patologia era incompatibile con il regime carcerario. Addirittura aveva attestato falsamente che il detenuto deambulava a mezzo di una carrozzella. Ragione per cui ne era stata prescritta la richiesta. Il sospetto che in quelle certificazioni ci fosse qualcosa di poco chiaro il fatto che per ben tre volte ed a distanza di pochissimo  tempo una dall'altra erano state presentate delle richieste di trasferimento urgente per il detenuto in un centro diagnostico terapeutico idoneo a risolvere la patologia del paziente.

L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo settembre. L'indagato sarà difeso dall'avvocato Nicola Ottaviani, il carcerato dai legali Giulia Giacinti e Maria Assunta Pellegrini. 

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