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Cronaca

Frosinone, grido di allarme di Neglia (UIMEC) da Bruxelles; no alle risorse della PAC per il rinverdimento ai soli possessori dei terreni

Nel corso del recente forum sulla PAC svoltosi a Bruxelles presso il parlamento europeo,  ha destato forte interesse e scalpore l’intervento del presidente di UIMEC Frosinone-Latina, Fabrizio Neglia, rappresentante e delegato nazionale accreditato...

Nel corso del recente forum sulla PAC svoltosi a Bruxelles presso il parlamento europeo, ha destato forte interesse e scalpore l’intervento del presidente di UIMEC Frosinone-Latina, Fabrizio Neglia, rappresentante e delegato nazionale accreditato per conto della UIMEC nazionale. Il presidente di UIMEC Frosinone Latina, ha sollevato, con disarmante preoccupazione, la questione del greening e i dubbi circa il fatto che le risorse per il rinverdimento, previsto dalla nuova PAC, finirebbero per finanziare coloro che detengono semplicemente dei terreni, non tenendo conto invece di quanto investono in colture con un impatto positivo sull'ambiente. Ciò sarebbe un disastro per l’Italia ove sono molto diffuse colture quali olivo, vite e alberi da frutta, utili per la cattura di CO2. Parimenti, Neglia ha espresso forte preoccupazione sul peso della burocrazia per un “greening” troppo complicato, per la flessibilità di applicazione della Pac su territori abituati magari ad aiuti elevati, anche perchè l’Italia non ha ancora attuato la regionalizzazione. La burocrazia sta uccidendo il sistema agricolo italiano, e nessuno fa assolutamente niente. Paradosso dei paradossi, ad oggi a pochi mesi dall’entrata in vigore del nuovo corso PAC ancora non si ha la certezza del valore definitivo dei titoli. E’ pura follia. E’ lecito domandarsi che cosa stanno facendo i nostri rappresentanti politici ed istituzionali? Il problema riguarda solo l’Italia, dove sicuramente la nuova Pac continuerà ad intasare, ha acutamente osservato Neglia, gli uffici delle organizzazioni agricole. La colpa di queste situazioni va detto, è fortemente ascrivibile anche alle organizzazioni di categoria quali CONFAGRICOLTURA – COLDIREITTI – CIA il cui modo di approcciarsi alle nuove esigenze del mondo agricolo è tanto stantio quanto deprimente. In modo ottocentesco ancora queste organizzazioni perdono tempo a filosofeggiare più su concetti astratti che difendere strenuamente i diritti degli agricoltori. Oggi chi è agricoltore attivo in Italia? Nessuno lo sa e nessuno se lo chiede. In atri stati a forte vocazione agricola come la Spagna, non hanno perso tempo, hanno deciso già da tempo. Gli iberici si baseranno sul bilancio aziendale, una strada impraticabile in Italia, se non si procede ad una vera riforma e si metta in cantina la rendita catastale, e si valorizzi l’azienda agricola che fa realmente agricoltura i cui connotati non devono solo essere burocraticamente l’iscrizione all'Inps, alle Camere di Commercio. L’italia ha urgente bisogno di un drastico taglio della burocratizzazione altrimenti gli stessi futuri Psr saranno fortemente a rischio. Sembra, ha concluso Neglia, che i nostri politici non abbiano ancora chiaro il contesto nel quale gli agricoltori si trovano ad operare e delle sfide europee che ci riserva la Politica Agricola Comune a partire dal 2015 quando cadranno vecchie restrizioni quali le quote latte e i nostri agricoltori dovranno lottare con le corazzate bavaresi e polacche. Forse a qualcuno è sfuggito che negli ultimi 6/8 anni abbiamo assistito a una forte volatilità dei mercati, a una concorrenza più forte sull’offerta di materie prime, con la UE che in 20 anni è passata da un mercato chiuso a uno aperto. Oggi l’agricoltore UE ha difficoltà nel rapporto con i mercati, è l’anello debole della filiera, è quello che paga di più quando i prezzi scendono e che guadagna di meno quando salgono. Le filiera agroalimentari sono sbilanciate a favore della lobby della trasformazione e della commercializzazione. La nostra agricoltura di qualità, perché la nostra è veramente di qualità, costa troppo, e ha difficoltà a trovare sul mercato il giusto riconoscimento economico. L’intervento del presidente Neglia ha suscitato il consenso del vice Presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli che ha riconosciuto le pecche del sistema politico e della eccessiva burocratizzazione italiana, stesso plauso Neglia ha ricevuto dai tanti delegati degli altri paesi comunitari che hanno invitato il presidente Neglia a continuare con la strada intrapresa. A fine assise il Presidente Neglia ha rilasciato numerose interviste ai giornalisti europei presenti al forum.

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