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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cavoni

Operazione Firework, 54 persone rinviate a giudizio. Rito abbreviato per Gerardo e Mirko Valenti

La maxi opereazione del dicembre scorso porto il capoluogo ciociaro sulla "ribalta" nazionale e Frosinone venne paragonata a Scampia. Nel Casermone fu scoperto un vero e proprio supermarket della droga

Operazione Firework, udienza preliminare martedì mattina per 54 persone che sono state tutte rinviate a giudizio. Il giudice  ha accolto la richiesta di rito abbreviato per Gerardo e Mirko Valenti, considerati i capi dell’organizzazione malavitosa che aveva installato in una palazzina del "Casermone" nel capoluogo ciociaro, una sede dello spaccio. Rito abbreviato per altri dodici indagati. Per i restanti 40 si terrà il processo con rito ordinario. Le udienze inizieranno a dicembre.

La vicenda

La vicenda che ha fatto scattare l’arresto per numerose persone risale al dicembre del 2016, quando la polizia di Stato unitamente ai carabinieri di Frosinone con l'impiego di 350 uomini, unità cinofile antidroga ed elicotteri avevano dato vita ad una delle più vaste operazione antidroga degli ultimi decennni. Le indagini che erano state portate avanti in sinergia con la Squadra mobile ed i carabinieri, avevano permesso di smantellare una vera e propria associazione per delinquere.

Il punto vendita all'interno del casermone

L'operazione, denominata 'Fireworks', prende il nome dall'uso dell'organizzazione di 'reclamizzare' la vendita dello stupefacente attraverso l'accensione dei fuochi pirotecnici, visibili a distanza, per segnalare la disponibilità di droga. La banda malavitosa aveva realizzato un vero e proprio punto vendita all'interno di una delle scale di salita ai piani alti, blindandone il portone d'ingresso e vietando l'accesso ai "non addetti" alle cessioni della droga posizionando delle vedette, pronte a dare l'allarme in caso di arrivo delle forze dell'ordine, gridando frasi convenzionali: "carmela" (per indicare l'arrivo della polizia) e "nerone" (per indicare l'arrivo dei carabinieri). Il "supermarket" della droga era aperto giorno e notte.

I "turni" di lavoro

Gli  "operanti"  dovevano rispettare i loro turni lavorativi.  Un giro di affari che aveva permesso all'organizzazione malavitosa di realizzare guadagni che raggiungevano anche cifre di 40 mila euro al giorno. Tutto era stato studiato nei minimi particolari con la divisione dei ruoli compreso quello del "tesoriere" che doveva custodire il denaro. Nel collegio difensivo gli avvocati Tony Ceccarelli, Raffaele e Marco Maietta, Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia e  Nicola Ottaviani.

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