rotate-mobile

VIDEO | Operazione Predator: lo scacco di Polizia e Carabinieri alla 'Banda della spaccata' della Ciociaria

9 rumeni e tunisini, con a capo O.A., in un'associazione a delinquere per furti e ricettazione. Tra la refurtiva da 350 mila euro, vari abiti da sposa

Dalla conferenza stampa tenuta oggi, martedì 14 luglio, presso la Questura di Frosinone in merito all'Operazione Predator, si è evinto quanto la pur complessa sinergia tra Polizia e Carabinieri, voluta dalla Procura, abbia portato a sgominare un'organizzata e pericolosa "Banda della spaccata" attiva per anni a livello provinciale. Nei gravi atti predatori messi a segno nel Capoluogo e in altri sette Comuni (Alatri, Anagni, Ceccano, Ferentino, Monte San Giovanni Campano, Patrica e Supino), si registrava quasi sempre lo stesso "modus operandi" – in primis lo sfondamento dell'entrata con un furgone – e, in alcune circostanze, anche l'incendio di mezzi rubati utilizzati dai malviventi per le loro azioni delittuose. 

Per il capobanda O.A., assieme ad altri quattro indagati, si sono aperte le porte del carcere dopo l'esecuzione delle relative ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Frosinone. A carico di un altro quartetto, invece, i divieti di dimora e, dunque, l'allontanamento forzato dalla stessa provincia di Frosinone. Per due componenti della "Banda della spaccata", inoltre, l'accusa di danneggiamento a seguito d'incendio. Infine, il ruolo di facilitatrici e sentinelle affidato a due donne, l'una la compagna del "capo" e l'altra dedita alla prostituzione nella zona industriale Asi. 

ll valore totale della merce trafugata nel corso dell'anno di indagine è stato di circa 350.000 euro, parte del quale rinvenuto e restituito ai legittimi proprietari. Un ulteriore impulso alle indagini è stato dato proprio dal rinvenimento, presso un'abitazione di Veroli, di un ingente quantitativo di refurtiva costituito da abiti da sposa, del valore complessivo di oltre 150.000 euro, asportati circa una settimana prima presso un atelier di Alatri. Atelier che, per via del furto, era a rischio chiusura.

Il Questore Biagioli: "Elevato il livello di legalità e sicurezza di cittadini e commercianti"

"Attraverso questa indagine si è riusciti, con il lavoro congiunto tra noi e l'Arma dei Carabinieri, a contribuire in maniera significativa a elevare il livello di legalità nella provincia, ma anche naturalmente la sicurezza dei cittadini e degli operatori del commercio", ha difatti evidenziato il Questore Leonardo Biagioli tra il suo vice Flavio Genovesi, capo della Squadra Mobile, e il Comandante provinciale dell'Arma Fabio Cagnazzo

Il Comandante Cagnazzo: "La sinergia tra le due forze di polizia è stata vincente"

Intervenuto altresì, assieme al Colonnello Cagnazzo – così quest'ultimo: "Indubbiamente la sinergia tra le due forze di polizia è stata vincente" – il Comandante dei Carabinieri di Frosinone Matteo Branchinelli all'interno del quadro composto dalle due forze di polizia che, in collaborazione tra di loro, sono riusciti a inchiodare una banda formata da nove romeni e tunisini accusati, a vario di titolo e in concorso del reato di "associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti di furto aggravato e ricettazione di automezzi, carburante o altri beni". 

Le indagini di Polizia e Carabinieri

Alle prime luci dell'alba, i Poliziotti della Squadra Mobile della Questura ed i Carabinieri del Norm della Compagnia di Frosinone hanno portato a conclusione un'indagine condotta sinergicamente tra l'aprile 2018 e il giugno 2019. L'indagine congiunta, predisposta dalla Procura, per arginare l'allarmante fenomeno rappresentato da una serie di furti consumati nottetempo ai danni di attività commerciali e imprese della provincia.

Nonostante l'iniziale scarsità di elementi acquisiti dopo i primi furti, le attenzioni degli investigatori si sono concentrate su un gruppo di giovani rumeni specializzati, sin dalla minore età, nella sistematica commissione di furti e rapine, ed i quali, per sfuggire all'identificazione, si spostavano frequentemente tra il Paese di origine e l'Italia.

La svolta nelle indagini

Il coordinamento delle forze in campo, gestito dal Dirigente della Squadra Mobile e dal Comandante della Compagnia, si è articolato in un incremento dei servizi di pattuglia esterni notturni e ha raggiunto un importantissimo risultato ed una svolta investigativa nel corso degli eventi criminosi verificatisi tra il 6 e 7 aprile 2018.

Durante la notte del 6 aprile, infatti, i malfattori dopo aver rubato un furgone presso una società nella zona industriale di Frosinone, lo utilizzarono, prima, per commettere un altro furto a danno di un esercizio commerciale di Veroli e l'indomani, come ariete, per sfondare la serranda d'ingresso di un bar-sala slot di Ceccano e poi per darsi alla fuga.

L'intervento di una pattuglia dei Carabinieri costrinse però i ladri ad abbandonare frettolosamente il veicolo presso un capannone dismesso della zona industriale di Ceccano. Il rinvenimento del furgone consentì ai militari, attraverso una accurata attività di sopralluogo e repertamento, di individuare e raccogliere consistenti indizi a carico del principale indagato O.A. che, questa volta, non aveva avuto la possibilità di dare alle fiamme il mezzo utilizzato.

L'intuito investigativo portò quindi a compiere nell'immediatezza mirate perquisizioni domiciliari, veicolari e personali, che consentirono di recuperare presso l'abitazione dell'uomo, celati in uno zaino nascosto tra i cespugli di pertinenza dell'abitazione, l'intera somma di denaro in monete, per complessivi 2mila euro, asportata proprio dalle slot machine del bar della città frabeterna e vari oggetti frutto di altri atti predatori, successivamente riconosciuti e riconsegnati agli aventi diritto, tra cui: PC portatili, hard disk e numerosi prodotti cosmetici di bellezza provento di un furto da oltre 22mila euro subìto a marzo da un negozio di Ceccano.

Speronamenti, inseguimenti e fughe 

La spregiudicatezza degli indagati è emersa ancor più chiaramente, a seguito dello speronamento e del ferimento degli agenti della Polizia di Stato da parte di due componenti della banda criminale in occasione di un appostamento predisposto nella zona industriale frusinate.

In quell'occasione tre equipaggi della Squadra Mobile sorprendevano i due mentre tentavano un furto ma, vistisi scoperti, iniziavano una rocambolesca fuga speronando le autovetture di servizio, immettendosi sulla Via Armando Vona contromano, nella speranza che gli investigatori desistessero dall'inseguimento. I poliziotti riuscivano comunque a trarre in arresto uno dei malfattori, non prima di aver ingaggiato con lo stesso una violenta colluttazione.

Questi significativi elementi, uniti agli oggettivi riscontri ottenuti a carico del sodalizio dalle pattuglie del Norm e della Squadra Mobile, e corroborati da una puntuale attività tecnica, consentivano di concentrare gli sforzi investigativi nella giusta direzione. 

Operando quindi su più fronti e mettendo a frutto tutte le reciproche conoscenze del territorio e delle persone che lo popolano o vi gravitano, gli operatori sono riusciti a cogliere una sequenza di importanti indizi che hanno consentito di scoprire una vera e propria organizzazione criminale, operante nella provincia ciociara, dedita alla sistematica commissione di furti, anche di grossa entità, principalmente rivolti ai danni di attività commerciali e industriali, commessi da un gruppo di pericolosi rumeni senza scrupoli, capeggiati proprio da O.A.

Video popolari

VIDEO | Operazione Predator: lo scacco di Polizia e Carabinieri alla 'Banda della spaccata' della Ciociaria

FrosinoneToday è in caricamento