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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Spari nel carcere, il procuratore Guerriero parla di "gravità inquietante"

Incontro in mattinata alla presenza del capo del Dap Bernardo Petralia con i rappresentanti della stampa

Il 19 settembre il carcere di Frosinone è finito sulle cronache di tutta Italia a causa di un detenuto campano che ha sparato tre colpi di pistola all’indirizzo di altri tre detenuti, arma che è entrata nella struttura attraverso un drone. 

L'ora di ordinaria follia all'interno del penitenziario frusinate è iniziata nel pomeriggio del 19 settembre scorso quando il detenuto è riuscito ad immobilizzare un'agente della Polizia Penitenziaria minacciandolo con una pistola e lo ha costretto a consegnarli le chiavi delle celle dov'erano richiusi i suoi presunti aggressori. Lo stesso, però, non è stato in grado di aprire le porte blindate e per questo iniziato a sparare attraverso le sbarre. 

A restare ferito solo uno dei tre bersagli mentre gli altri due sono riusciti a parare i colpi. Subito dopo l'uomo ha chiamato il suo avvocato che lo ha convinto a consegnare la pistola. Il giovane è ora accusato tentato omicidio. 

Sul fatto si sta ancora cercando di fare luce, mentre il Procuratore Antonio Guerriero e il Capo del DAP Bernardo Petralia hanno voluto incontrare i media per rassicurare la cittadinanza e per ribadire la volontà di portare a fondo queste indagini.

"Volevo ringraziare il Presidente per la sua presenza – ha affermato il Procuratore-  la mia conoscenza con Petralia iniziava 40 anni fa e ci siamo sempre confrontati con i temi mafia e camorra. Inutile che vi dica che la vicenda del carcere di Frosinone per la sua gravità è inquietante. Volevo rassicurare i cittadini e che verrà fatta piena luce sulla questione. Ci sono gli investigatori che stanno indagando. Il quadro che emerge è grave e inquietante. Questo determina nuovi standard di sicurezza per le strutture carcerarie. Dobbiamo sviluppare nuove tecnologie anti-droni.

Sono convinto che tutto quello che si dovrà fare per il futuro verrà fatto celermente. Tutto quello che facciamo lo facciamo di squadra. C'è perfetta sintonia con tutte le forze dell'ordine. Si farà tutto il possibile per rendere sicure le carceri. Queste nuove tecnologiche sono state acquistate dai mafiosi e camorristi e sono davvero difficili da rintracciare. Le maggiori organizzazioni si sono impossessate sia dei droni che dei cellulare. Il capo del Daf sta lavorando alacremente, noi ci doteremo di tutti gli strumenti possibili ed immaginabili per non farci scappare questi movimenti. Non possiamo rilasciare altre dichiarazioni su quanto avvenuto nel carcere di Frosinone. Nel giro di pochi giorni vi potremo dare degli elementi più chiari sulla vicenda”.

A prendere la parola anche il Presidente del DAP Bernardo Petralia: “Il Dap è stato e sarà a completa disposizione del nucleo di polizia. Metteremo a disposizione qualunque capacità e c'è un investigazione in corso. Per quanto riguarda le misure di sicurezza ci sono già sistemi anti drone e sistemi di monitoraggio. C'è un faro acceso su Frosinone per attività anti drone. Dopo tanti anni purtroppo è entrata anche un'arma. In questi ultimi tempi ci sono stati ingressi di telefonini ma mai di armi. Le tecnologie anti drone sono state già verificate nei vari istituti. A Frosinone siamo in corso. È all'ordine del giorno l'acquisto di tutti i possibili strumenti tecnologici per rintracciare i droni".

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