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Cronaca Cassino

I guai giudiziari di Biagio Izzo iniziano da Cassino

Il primo intermediario, per conto dell'attore, sarebbe stato un faccendiere residente in città e che è stato completamente scagionato dalla Procura della Repubblica di Napoli.

Le vicissitudini giudiziare del comico napoletano Biagio Izzo avrebbero avuto inizio a Cassino. Sarebbe residente nella città martire il faccendiere che in prima battuta (e successivamente scagionato), facendo da intermediario, avrebbe cercato di contattare un funzionario di Equitalia, per evitare il pignoramento di uno scooter ed una bicicletta appertenenti all'attore.

La vicenda

Un'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza campana avrebbero fatto emergere presunti illeciti e favoritismi nelle procedure di riscossione dei tributi e nelle fasi successive di esecuzione forzata e giudizio dinanzi alla commissione tributaria. Nei mesi scorsi, in verità, il Gip di Napoli aveva già bocciato le richieste di arresti domiciliari avanzate dal pm Valter Brunetti nei confronti di Biagio Izzo e di altri indagati. Una presa di posizione che non è stata gradita dalla Procura che ha impugnato la decisione e fatto ricorso al Tribunale del Riesame che ha fissato l'udienza per il 23 marzo prossimo.

L'accusa

Biagio Izzo, difeso dall'avvocato Sergio Pisani, è accusato del reato di 'turbativa d’asta'. Da alcune intercettazioni effettuate dalle Fiamme Gialle si evince il tentativo di Izzo di poter tornare in possesso di una moto e di una macchina, una Vespa 300 e una Fiat 500, oltre ad alcuni mobili che erano stati precedentemente pignorati nel corso di una analisi tributaria e come atto finale di un lungo contenzioso con Equitalia.

Il ruolo dei funzionari

Nell'indagine sono coinvolti anche alcuni impiegati dello Stato che vengono ovviamente iscritti nel registro degli indagati. Si tratta di Mario Parisi e Rodolfo Imperiale, all’epoca dei fatti dipendenti di Equitalia, che si sarebbero adoperati con la presunta complicità di un dirigente dell’istituto vendite giudiziarie di Napoli, Gianfranco Lombardi, per fare in modo che i beni fossero acquistati all’asta tenuta il 25 febbraio 2015 per poi tornare nella disponibilità di Izzo. Tutti avranno modo di chiarire la propria posizione dinanzi ai giudici.

La difesa

"Biagio Izzo, come già  riconosciuto dal Gip è totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato. L'attore infatti non compare in nessuna conversazione ed è conivolto nell'inchiesta solo indirettamente a causa di soggetti che cercano di entrare nelle sue grazie - chiarisce l'avvocato Pisani -. Il Gip ha gia fatto chiarezza escludendo in radice la possibilità che possa configurarsi in punto di fatto e diritto un ipotesi si turbativa d'asta. L'appello del pm che non è neanche quello territorialmente competente mi sorprende trattandosi peraltro di fatti di circa 5 anni fa".

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