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Il reportage

Inquinamento, viaggio tra i depuratori industriali malfunzionanti: da Ceccano a Cassino

L'amministratore giudiziario della AeA apre le porte degli impianti alla stampa e spiega tutto quello che non è stato mai fatto in questi anni di gestione per garantire tutela e rispetto dell'ambiente e dei cittadini. La causa dei fetori nauseabondi. Revocato il contratto alla Reno De Medici

L'indagine dell'Antimafia di Roma che vede protagonista la gestione dei depuratori industriali in provincia di Frosinone, ha consentito all'amministratore giudiziario nominato dalla Procura di Cassino, di intervenire in maniera incisiva e rapida su situazioni burocratiche che ristagnavano da decenni e che impedivano il funzionamento degli impianti di Ceccano, Cassino ed Aquino abbandonati a se stessi per troppo tempo.

E' stato al momento revocato il contratto che autorizzava la cartiera Reno De Medici allo sversamento gli scarti reflui. E proprio per fare piena luce su quello che sembra essere stato per decenni un vergognoso 'modus operandi', il dottor Massimo Barillaro ha rotto gli indugi e concesso alla stampa di entrare nell'impianto di Villa Santa Lucia. L'amministratore giudiziario ha anche risposto alle domande poste dai cronisti chiarendo definitivamente la situazione inerente il depuratore ex Cosilam. 

Viaggio nel depuratore AeA

In che situazione ha trovato quest’impianto? 

"Quando a settembre 2021, dopo il primo sequestro da parte della Procura di Cassino e dei Carabinieri Forestali (l'indagine Acque Nere coordinata dal sostituto procuratore Emanuele De Franco e portata avanti dal tenente colonnello Vito Antonio Masi ndr) sono entrato all'interno del depuratore di Villa Santa Lucia, ho trovato una situazione allucinante: non ho mai visto una cosa del genere nonostante avessi già fatto sequestri di impianti di rifiuti. Una situazione aberrante con nessuna norma sulla sicurezza dei lavoratori attuata: tutto nel degrado con fili penzolanti e materiale e strutture arruginite. Non avendo risorse economiche, essendo stato sequestrato solo l'impianto e non avendo la gestione operativa della società, mi sono potuto limitare a nominare dei tecnici che hanno relazionato quello che di urgente c'era da fare: circa 200 mila euro di interventi urgentissimi". 

A maggio del 2022 ha avuto anche il controllo della società, quindi è stato più operativo, da allora cosa è successo? 

"Essendo intervenuto un sequestro da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, la situazione è cambiata perché abbiamo sequestrato le quote sociali della AeA che gestisce questi impianti per conto del Consorzio Unico del Lazio e sono divenuto Amministratore Unico della AeA ed avvalendomi anche delle disposizioni del Codice Antimafia ho potuto bloccare alcuni contratti, relativi alle immissione dei reflui negli impianti di depurazione"

Cosa è accaduto nei giorni scorsi?

"C'è stato un nuovo, importante sversamento nel Rio Pioppeto dovuto sempre al trascinamento dei fanghi perché purtroppo questo impianto non solo non è stato realizzato per ricevere importanti quantitativi di reflui industriali ma anche perché a mio avviso chi ha contrattualizzato lo scarico da parte della cartieri De Medici stato troppo permissivo. Per questo motivo ho deciso di non subentrare nel contratto della cartiera disponendo dei limiti allo scarico dei reflui industriali per salvaguardare l’ambiente. Il presidente del Consorzio Unico, Francesco De Angelis mi ha garantito che è già stato approvato il piano ristrutturazione di tutto l’impianto per avere l’ottimizzazione del funzionamento del depuratore. Dopo ferragosto avrò un appuntamento oltre che con De Angelis anche con il governatore Nicola Zingaretti e l'assessore regionale all'Ambiente. Mi hanno garantito un contributo di 4 milioni e mezzo per fare questo importante ed esseziale rinnovamento che restituirà dignità soprattutto la popolazione di Cassino che è esasperata. Per non parlare della nuova funzionalità dell'impianto che diventerà inodore".

Quanto serve per ristrutturare i depuratori gestiti da AeA? 

"Il Consorzio Unico ha ottenuto dalla Regione Lazio circa circa 50 milioni di euro destinati all'adeguamento delle infrastrutture. I depuratori sono infrastrutture e tra le altre cose c’è un’emergenza ambientale. Per questo ho sollecitato più volte il presidente Francesco De Angelis che mi ha garantito il sostegno economico non solo per questo impianto, ma per tutti quelli gestiti dalla AeA. Parlo anche di quello di Ceccano che ha le medesime problematiche. In quella zona la situazione è ancora più delicata in quanto il depuratore ricevere reflui indistriali da circa 260 aziende presenti sul territorio. E per la messa in sicurezza 4 milioni e mezzo di euro".

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