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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cassino

Manager latitante in Brasile, la Guardia di Finanza scova un tesoretto

L'uomo, a capo di un gruppo dedito al malaffare, è sfuggito alla cattura. Trovati orologi ed auto per oltre un milione di euro

Un manager latitante in Brasile e un sequestro da 1.200.000 euro di beni. Un vero e proprio tesoretto è stato scovato dalla Guardia di Finanza di Cassino (Frosinone) dopo una lunga giornata di perquisizioni ed arresti a Roma. I Finanzieri del Gruppo di Cassino, infatti, nella giornata di ieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, nei confronti dei componenti di un’organizzazione malavitosa dedita alla commissione di reati di autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta e falso in bilancio.

A casa dei promotori, le Fiamme Gialle di Cassino hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro un ingente patrimonio, costituito da appartamenti, 28 autovetture, tra cui auto di lusso e di grossa cilindrata, nonché un orologio di un marchio prestigioso, il tutto per un valore complessivo di oltre 1.200.000 di euro.

Dieci le persone arrestate, una delle quali (L.R., di 46 anni, ai vertici dell’associazione a delinquere) associata alla Casa Circondariale di Rebibbia, mentre le altre nove sono state poste agli arresti domiciliari.

È latitante perché sfuggito alla cattura, invece, M.V., di anni 57, anch’esso ai vertici dell’organizzazione criminale, che vive in Brasile. Le investigazioni condotte dai Finanzieri avevano consentito di rilevare che i due soggetti al vertice del sodalizio criminale (L.R. di 46 anni e M.V. di 57 anni), entrambi di Roma e gestori di fatto delle società attraverso le quali veniva realizzata l’illecita attività, conducevano una vita “da nababbi”, riciclando i guadagni illeciti mediante l’acquisto di immobili a Roma e Caserta, di auto di grossa cilindrata quali Mercedes ed Audi e di orologi di lusso, assicurati alla giustizia quale profitto dei reati in applicazione dello specifico provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni costituenti profitto dei reati ascritti per un valore pari a 4,5 milioni di euro emesso dal Tribunale di Roma.

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