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Cronaca

Maxi evasione nel settore petrolifero da 5 Mln di euro. Marito e moglie ai domiciliari

La coppia operava nel sorano. Nei loro confronti è stato  predisposto il sequestro di disponibilità finanziarie pari al “profitto del reato”

Una coppia di imprenditori senza scrupoli che operando nel settore della rivendita di prodotti petroliferi erano riusciti a distrarre alla Stato una notevole somma di denaro, ovvero quasi 5,5 Mln di euro.

Questa la scoperta fatta dai finanzieri del comando provinciale di Frosinone, al termine di complesse e articolate indagini per reati in materia fallimentare, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino. Gli uomini delle fiamme gialle hanno proceduto alla notifica di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale e del contestuale decreto di sequestro preventivo nei confronti di due coniugi, amministratori di due società di capitali operanti nel settore della commercializzazione all’ingrosso di prodotti petroliferi, operanti nel sorano.

Le indagini, avviate a luglio 2021 ed ultimate ad agosto 2022, hanno interessato l’ultimo quinquennio e sono state svolte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Frosinone attraverso l’esame di copiosa documentazione amministrativa e contabile, l’analisi di dati e notizie confluiti da indagini poste in essere nell’ambito di altri procedimenti penali e minuziosi riscontri operati mediante l’analisi delle risultanze delle banche dati in uso al Corpo.

Gli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle nel corso delle investigazioni hanno portato ad ipotizzare che i due coniugi, legali rappresentanti delle due società in questione - una delle quali in una conclamata situazione di insolvenza -, nel periodo preso in esame e in concorso tra di loro avrebbero distratto e dissipato le attività patrimoniali di una delle due società coinvolte per complessivi € 5.470.423,47 a danno dei propri creditori ed in particolar modo dell’Erario, nei cui confronti risultavano avere pregressi debiti scaturiti da accertamenti di natura fiscale per oltre 11 milioni di euro.

Le investigazioni hanno consentito di ritenere che la società di capitali amministrata dalla coniuge, di fatto, era gestita dal consorte già amministratore della prima società oggetto di indagine, situazione che, altresì, ha consentito di ipotizzare che la seconda società rappresentasse la prosecuzione della prima, ormai “decotta” e priva dei requisiti amministrativi e giuridici per poter svolgere la funzione di importatore di prodotti petroliferi (trader).

I due coniugi sono stati raggiunti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, alla quale si è aggiunta, relativamente al consorte, anche la misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare i poteri di amministrazione e di rappresentanza per un periodo di 12 mesi.

Inoltre, è stato eseguito il sequestro di disponibilità finanziarie, quote societarie ed immobili di entrambi i coniugi, per un ammontare complessivo di € 5.470.423,47, pari al “profitto del reato”.

Contrastare i reati fallimentari significa restituire quanto dovuto a tutti i creditori della società fatta fallire illegalmente.

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