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La prevenzione / Cassino

Il 'modello' Cassino che stronca sul nascere i 'baby criminali'

I magistrati, coordinati dal procuratore capo Luciano d'Emmanuele, in anni di attività, sono riusciti ad assegnare alla giustizia aspiranti boss in erba. Con omicidi sventati grazie a indagini capillari sfociate in arresti e condanne esemplari

La soluzione va cercata nell'approccio che si ha verso il territorio di appartenenza. E il 'modello Cassino', che oramai da quasi otto anni, viene applicato dalla Procura di piazza Labriola, nella persona dal procuratore capo Luciano d'Emmanuele, continua a dare eccellenti risultati.

I diversi fenomeni di 'baby criminalità' - che più volte hanno provato ad attecchire nel contesto sociale - sono stati estirpati alla radice. Il monitoraggio, costante e capillare di un territorio vastissimo, qual è quello che abbraccia il tribunale di Cassino (dalla provincia di Latina, al basso frusinate passando l'alto casertano), continua a dare risponde concrete, sia dal punto di vista della sicurezza del cittadino, che dal punto di vista investigativo. 

Ma cos'è il 'modello Cassino'? L'attuarsi di una serie di attività che vedono coinvolti in prima persona i nove magistrati in forza al primo e secondo piano del palazzo di Giustizia di Cassino. Incontri nelle scuole, visite ai Comuni e nelle caserme dei Carabinieri e Guardia di Finanza, anche dei piccoli paesi, per dare quel segnale di presenza dello Stato, sotto ogni sua forma, lezioni anti-truffa agli anziani e in ultimo, ma non meno importante, la costante formazione della polizia giudiziaria attraverso convention e tavole rotonde. Un continuo stimolo per gli investigatori e un modo per essere al passo dei tempi che sono in continua evoluzione. 

Il 'modello Cassino', così efficace e incisivo da consentire lo scardinamento sul territorio di due organizzazioni criminali che avevano dato vita a episodi gravissimi, come due tentati omicidi: uno in piazza Garibaldi e l'altro in via Volturno a Cassino. Gli autori furono assegnati alla Giustizia in brevissimo tempo e con condanne elevate. Un'indagine, quella messa a segno dai Carabinieri e dalla Polizia e dal magistrato Roberto Bulgarini Nomi, che ha avuto un ruolo di sparti acque e restituito un equilibrio in città. Ogni tentativo di predominio attuato dagli emuli di 'Gomorra' è stato stroncato sul nascere con la repressione: indagini e arresti a tempo di record, come quelli avvenuti lo scorso gennaio, con un'indagine coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, ed eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo. Per non parlare del giovane che ha ucciso il padre a coltellate. Un'indagine delicata portata avanti dal dottor Emanuele De Franco, oggi in forza alla Procura di Napoli. E non certo a caso. Magistrato di spiccate doti che è riuscito a porre fine a scempi ambientali che per decenni hanno flagellato il Cassinate. 

Risse, pestaggi, sequestri di persona che non sono mai rimasti impuniti: da Sora a Piedimonte, da Aquino a Cassino, la Procura ha preso provvedimenti che vogliono essere a tutela delle fasce deboli ma anche una possibilità di ritorno alla rettitudine per chi ha intrapreso una strada sbagliata.

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