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Cronaca

Monterotondo, il territorio si mobilita per l’ospedale SS Gonfalone

Si profila vasta e convinta l’adesione all’ennesima mobilitazione territoriale in favore dell’ospedale SS Gonfalone. Su proposta dell’assemblea pubblica tenutasi lo scorso 10 giugno, raccolta e condivisa dal sindaco Alessandri...

Si profila vasta e convinta l’adesione all’ennesima mobilitazione territoriale in favore dell’ospedale SS Gonfalone. Su proposta dell’assemblea pubblica tenutasi lo scorso 10 giugno, raccolta e condivisa dal sindaco Alessandri, dall’amministrazione di

Mentana rappresentata dall’assessore Urbani, dal neosindaco di Capena Di Maurizio e successivamente da quello di Fonte Nuova Cannella, numerosi sindaci del comprensorio stanno condividendo un documento da inviare al presidente della Giunta regionale Nicola Zingaretti e al direttore generale della Asl Rm/G.

Nel documento vengono ribadite non soltanto la strategicità, la rilevanza e l’indispensabilità del nosocomio eretino ma anche l’urgenza di un suo effettivo potenziamento e rilancio, come sottolineato a mezzo stampa dal sindaco di Fiano Ferilli, annunciando a riguardo la mobilitazione della conferenza dei sindaci dell’area Tiberina, Cassia e Flaminia.

Il documento, inviato tra gli altri ai sindaci di Fonte Nuova, Mentana, Fiano Romano, Palombara Sabina, Morlupo, Capena, Moricone, Castelnuovo di Porto e Fara Sabina, sta ricevendo le prime adesioni formali. In esso vengono evidenziati dati incontrovertibili: l’aumento demografico del bacino d’utenza che ha nell’ospedale di Monterotondo il più prossimo riferimento sanitario soprattutto in casi d’emergenza, l’unicità e quindi l’indispensabilità delle funzioni del SS Gonfalone in un territorio che va da Civitavecchia a Tivoli, la potenzialità quantitativa e qualitativa dell’offerta sanitaria del nosocomio soprattutto in alcune strutture d’eccellenza come il punto nascite, che se valorizzata opportunamente contribuirebbe a decongestionare il sovraccarico di domanda sanitaria sugli ospedali romani.

Ragioni e potenzialità perfettamente attuali, nonostante il trend che negli ultimi anni ha provocato un drastico depotenziamento del presidio ospedaliero monterotondese in termini di organico, offerta dei posti letto e innovazione tecnologica. E che ora, se l’ufficiosità di alcune anticipazioni provenienti dall’attuale Direzione generale della Asl venisse confermata, potrebbe essere estremizzato con la soppressione delle degenze di area chirurgica generale e specialistica, comprese quelle del punto nascite. Soluzioni che appaiono in netta contraddizione con le rassicurazioni sul futuro del SS Gonfalone rese pubblicamente dal presidente Zingaretti appena qualche settimana fa. E che, se confermate, finirebbero con includere il SS Gonfalone nel novero dei nosocomi oggetto di riconversione in “case della salute” con meno di 60 posti letto così come previsto nel “Patto per la salute” prossimo al varo da parte del Ministero, contribuendo a squilibrare ulteriormente il rapporto tra i posti letto disponibili nella Asl Rm/G e quelli delle Asl romane.

Nell’annunciare una nuova assemblea entro i prossimi 15 giorni, alla quale prendano parte attiva i rappresentanti di tutti i Comuni mobilitatisi con la sottoscrizione del documento, il sindaco Alessandri afferma: «Quattro anni fa l’Amministrazione regionale di Centrosinistra varò un Piano Sanitario che non solo indicava l’assoluta necessità di potenziare e ridefinire l’offerta sanitaria del SS Gonfalone, l’unica struttura per acuti di un vasto territorio interdistrettuale e interprovinciale, ma affermava come questa necessità rappresentasse una fase intermedia in vista della realizzazione del nuovo ospedale della Valle del Tevere, ribadendo in tal modo l’assoluta centralità di Monterotondo quale polo sanitario di riferimento territoriale. Dopo quattro anni queste considerazioni sono non soltanto attuali ma addirittura ancora più solide di quanto già non fossero allora. Chiediamo al presidente Zingaretti di dare ufficialmente seguito alle rassicurazioni pubbliche di qualche settimana fa e che smentivano le ventilate ipotesi di depotenziamento del SS Gonfalone. A chiederlo non è Monterotondo ma un territorio vasto, nel quale risiedono oltre 280mila persone, che senza il nostro presidio non avrebbe altra soluzione se non quella di gravare sugli ospedali romani, con effetti nefasti non solo sui pazienti e sulle condizioni di lavoro ma anche sull’economicità del sistema di gestione sanitaria regionale».

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