Morolo, scarichi inquinanti nel fiume Sacco. Denunciato un titolare di un’azienda
La scoperta è stata fatta durante i controlli eseguiti dai carabinieri del Nipaf (forestali) e dalla Polizia Provinciale
Ci risiamo. Nelle ore scorse è stata scoperta un’altra, l’ennesima azienda, che scarica nel fiume Sacco senza autorizzazioni. La responsabilità dell’azienda sarebbe emersa a seguito dei controlli congiunti sul fiume Sacco, finalizzati alla prevenzione e repressione degli illeciti ambientali. I controlli eseguiti dai carabinieri del Nipaf (forestali) e dalla Polizia Provinciale hanno portato alla scoperta di una densa coltre schiumosa provenire dallo scarico di una società di Morolo.
In particolare i reflui dello scarico stagnavano in una pozza schiumosa direttamente sul suolo, per poi convogliare (senza tubazioni protettive e quindi con una canalizzazione situata sul suolo) presso il fiume Sacco. Le analisi di Arpa Lazio sui reflui hanno rilevato un superamento dei limiti tabellari imposti dalla norma per i parametri solfiti e tensioattivi totali.
Le verifiche, dunque, sono state indirizzate al sistema di raccolta e depurazione delle acque di processo, domestiche e meteoriche della società, a valle della depurazione, nonché sullo stato autorizzativo dello scarico in oggetto. Si è così potuto constatare che la società avrebbe dovuto scaricare i propri reflui direttamente su acque superficiali, mentre nei fatti lo scarico avveniva a circa trenta metri dal fiume.
Ciò è potuto accadere perché il tecnico della società, nell’istanza autorizzativa, ha fatto figurare lo scarico come recapitante reflui direttamente sul fiume, mentre nella realtà la tubazione si fermava molto prima, scaricando i reflui sul suolo. Per tali motivi il rappresentante della società è stato denunciato. Un’altra denuncia ha raggiunto invece sia il rappresentante che il tecnico della società. Questi ultimi avrebbero redatto i documenti nei quali si attestava falsamente che lo scarico delle acque reflue avvenisse sul corpo idrico.