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Omcidio Mollicone / Arce

Omicidio Mollicone, la tragica vicenda di Serena discussa al parlamento europeo

Il medico legale Luisa Regimenti, consulente della parte civile, è intervenuta nel corso della grande manifestazione organizzata ad Arce. Sul palco insieme alla criminologa Roberta Bruzzone. Una giornata memorabile con migliaia di persone presenti e provenienti da tutta Italia

“Serena e la sua famiglia hanno diritto di ottenere giustizia ed avere finalmente delle risposte per sapere cosa sia accaduto. La ragazza è due volte vittima, di omicidio e di giustizia negata, perché in oltre vent’anni ancora non è stata messa la parola fine a questo terribile delitto. Per questo, ho portato il caso in Europa: la cittadina europea Serena Mollicone e la sua famiglia meritano che questo drammatico caso superi i confini del nostro Paese”.

Lo ha affermato Luisa Regimenti, medico legale di parte civile nel processo per la morte di Serena, nel corso della manifestazione che si è svolta ad Arce per ricordare la ragazza uccisa nel 2001 e per reclamare giustizia. Accanto a lei la criminologa Roberta Bruzzone. All’iniziativa hanno anche partecipato, tra gli altri, giornalisti, magistrati e la Rete europea delle donne, di cui la Regimenti è fondatrice e presidente onorario. 

“A Bruxelles – ha proseguito la Regimenti – ho organizzato il convegno ‘io e te siamo pari’, anche per affrontare il tema del delitto di Arce. Nel corso del processo, ho portato quegli elementi tecnico-scientifici che ritenevo andassero in una direzione univoca di colpevolezza, ma non sono stati considerati sufficienti dalla Corte d’Assise. Speriamo nell’appello”. A Bruxelles era intervenuta anche l’avvocato della famiglia Mollicone, Federica Nardoni, che attraverso una ricostruzione scientifica dell’omicidio aveva sottolineato come tutte le prove combaciassero.

Una posizione sposata dal pubblico ministero Maria Beatrice Siravo, durante la sua requisitoria al processo, nel corso della quale aveva sottolineato “il ruolo attivo” degli imputati, responsabili a suo dire,  “Non solo della morte di Serena, ma di non averla soccorsa. Hanno agito – aveva sottolineato – in modo freddo e lucido, disinteressandosi della sua morte”. “Le centinaia di persone presenti ad Arce – ha concluso la Regimenti – dimostrano quanto sia ancora vivo il ricordo di Serena e la volontà di ottenere finalmente giustizia”.

L'evento 'Serena Vive' organizzato da un gruppo di giovani residenti in paese e coordinati da Gaia Fraioli, cugina di Serena e Luana Sofia, amica del cuore della diciottenne assassinata nel giugno del 2001, insieme al sindaco di Arce Luigi Germani, ha richiamato in paese per quasi 12 ore migliaia di persone che hanno ascoltato dibattiti, interventi ed esibizioni musicali. 

Toccanti le testimonianze di chi ha perso i propri cari come Angelica Zanni, sorella di Giuseppina, uccisa di botte nel 1997 dal marito che solo dopo 17 anni di battaglia legale è stato condannato a 20 anni di carcere. Il padre di Gimmy Pozzi, il 24enne Roma trovato morto a Ponza nel 2020. Giuliana De Ciantis, cognata di Gilberta Pallescbi, l'insegnante di Sora uccisa dal 'Mostro del Fibreno' mentre faceva jogging. E ancora parole, lacrime e riflessioni su quanto accade ogni giorno in Italia. A prendere la parola i giornalisti Vincenzo Caramadre de Il Messaggero, Angela Nicoletti, free lance ed Alessandra Anzolin di Quarto Grado, che hanno seguito con professionalità e dedizione ogni singola udienza del processo in Corte d'Assise che si è concluso con l'assoluzione di tutti gli imputati. 

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