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Cronaca Piedimonte San Germano

Omicidio Gabriel, il processo approda davanti ai giudici della Corte d'Appello

Fissata l'udienza a carico di Donatella Di Bona e Nicola Feroleto i genitori del bimbo di due anni e mezzo morto nell'aprile del 2019 a Piedimonte San Germano

L'omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, il bimbo di appena due anni e mezzo ucciso dai genitori nell'aprile del 2019 a Piedimonte San Germano (Frosinone), approda davanti ai giudici della Corte d'Appello di Roma. L'udienza è stata fissata per martedì 19 ottobre. Ad essere giudicati saranno Donatella Di Bona e Nicola Feroleto, madre e padre accusati entrambi di 'omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà'. Nel processo di primo grado che si è svolto, in due diverse modalità presso il tribunale di Cassino, entrambi i genitori sono stati condannati alla pena dell'ergastolo.

Donatella Di Bona ha scelto il rito abbreviato dinanzi al Gup, sperando nella riduzione della pena che invece non c'è stata. Il compagno e padre del bimbo, ha invece preferito il rito ordinario dinanzi alla Corte d'Assise. Anche in questo caso non ci sono stati sconti di pena e il collegio giudicante ha accolto in pieno la richiesta di condanna all'ergastolo avanzata dai pubblici ministeri Valentina Maisto e Roberto Bulgarini Nomi

Gabriel Feroleto viene assassinato dalla madre nel pomeriggio di mercoledì 17 aprile mentre la donna si trova appartata con il suo amante e padre del bimbo, in auto. Il pianto di Gabriel che disperato vuole andare a casa dalla  nonna (che nel processo, come parte civile, viene rappresentata dagli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti), infastidisce i due che sono intenti a consumare un rapporto sessuale.

Le lacrime ed i singhiozzi del piccolo fanno scattare la rabbia della donna che lo afferra, lo trascina fuori dall'abitacolo e lo soffocata con una mano premuta su boccuccia e nasino. Il tutto dinanzi lo sguardo gelido ed impassibile dell'uomo che, come ricostruito dagli investigatori e come confessato dalla stessa Di Bona, la incita a non smettere. Poi quando il piccolo è ormai morto, sempre secondo il racconto della madre, Nicola Feroleto lo afferra e lo lancia, come fosse una bambola di pezza, tra i rovi.

Solo in un secondo momento la madre riprende lucidità, raccoglie il figlioletto senza vita e fa ritorno a piedi verso casa. Una volta arrivata davanti l'abitazione mette in scena il presunto investimento da parte di un'auto pirata. Una versione questa che verrà smontata in pochi minuti dal personale Ares 118 allertato dai vicini. Saranno gli stessi medici a chiedere l'intervento dei Carabinieri perché i segni sul volto del piccolo raccontano un'altra verità. In meno di dodici ore madre e padre verranno arrestati. 

La difesa della donna è rappresentata dagli avvocati Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi mentre Nicola Feroleto sarà tutelato dall'avvocato Pasquale Cardillo Cupo. 
 

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