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La deposizione / Arce

Processo Mollicone, la famiglia Mottola decide di parlare in aula: inizia Marco

Il figlio dell'ex maresciallo della caserma dei Carabinieri di Arce verrà ascoltato venerdì 6 maggio. Poi toccherà al padre ed alla madre. Tutti e tre sono accusati dell'omicidio di Serena

Hanno rotto gli indugi e dopo ventuno anni di silenzio hanno deciso di rispondere alle domande di un magistrato. Franco, Marco e Anna Maria Mottola, i tre componenti della famiglia accusati di aver ucciso e occultato il cadavere di Serena Mollicone, parleranno in aula. Ad essere ascoltato per primo, venerdì 6 maggio, sarà Marco, il figlio dell'ex maresciallo della caserma di Arce: il giovane ritenuto l'esecutore materiale dell'aggressione ai danni della studentessa diciottenne, trovata morta nel giugno del 2001 in località Fonte Cupa a Fontana Liri. 

Una scelta, quella di dare unaloro versione dei fatti, che è stata annunciata ieri durante la trentaquattresima udienza del processo che si sta celebrando davanti alla Corte d'Assise di Cassino. Gli avvocati della famiglia Mottola hanno posto una condizione: che i tre imputati avrebbero dovuto essere esaminati prima dai loro legali e poi dal pubblico ministero. Una richiesta che è stata accolta sia dal presidente Capurso che dall'accusa rappresentata dai magistrati Siravo e Fusco. 

Prima della testimonianza di Marco Mottola, però, verrà concluso il contro esame dell'altro imputato, l'ex vice comandante della casetma di Arce, il luogotenente Vincenzo Quatrale che ieri ha dato la sua versione dei fatti in aula. Ancor prima del carabiniere che è accusato di 'concorso esterno morale in omicidio ed istigazione al suicidio' a carico di Santino Tuzi, ad essere ascoltati dalla Corte sono stati i consulenti della parte civile, l'ex generale dei carabinieri e comandante del Ris, Luciano Garofano ed il medico legale Laura Volpini. Entrambi hanno illustrato alla Corte i dati raccolti attraverso un particolare calcolo matematico e che confermano la presenza di Serena Mollicone in caserma la mattina del 1° giugno del 2001, l'aggressione e la sua morte. 

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