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Cronaca Arce

Omicidio Mollicone, indagini chiuse con un'ultima, importante prova

Nella giornata di giovedì i carabinieri del Ris hanno consegnato al magistrato Maria Beatrice Siravo la perizia sulle tracce botaniche presenti sul nastro adesivo che avvolgeva il sacchetto e i polsi di Serena. Si tratta di materiale compatibile con quello rinvenuto nella caserma

Le indagini sono chiuse. Definitivamente. Dopo 17 anni di depistaggi, menzogne, lutti e dolori senza fine, le investigazioni sulla morte di Serena Mollicone, sono terminate. Il magistrato Maria Beatrice Siravo in queste ore sta vergando le richieste da presentare al Giudice per le Indagini Preliminari. E la conclusione di questo lungo iter investigativo è stata costellata di un altro, essenziale tassello.

L'ultima perizia

I carabinieri del Ris hanno consegnato nella giornata di giovedì l'ultima perizia. Quella inerente le tracce di botanica, quindi legno e muffe, rinvenute sul nastro adesivo che avvolgeva il sacchetto infilato sulla testa, i polsi e le caviglie della diciottenne di Arce. Gli elementi isolati dagli esperti dello speciale reparto dell'Arma non lasciano spazio a dubbi: il legno presente sui reperti è lo stesso che si trova nella caserma. Stesso discorso per le polveri di muffa. Serena Mollicone, quindi, è stata aggredita in quell'alloggio di servizio presente nella struttura militare. 

Gli interrogatori

La settimana appena conclusa è stata costellata da importanti novità riguardo le indagini e l'ipotesi che i carabinieri e la procura hanno ricostruito. E' stato anche interrogato, come persona informata sui fatti, il carrozziere di Rocca d'Arce, Carmine Belli che nel 2003 venne ingiustamente arrestato per l'assassinio della studentessa diciottenne. Belli ha riferito di un particolare importante inerente il brigadiere Santino Tuzi. Il giorno della scarcerazione di Belli il sottufficiale dell'Arma si fece trovare davanti l'abitazione del poveretto e dopo averlo abbracciato gli chiese scusa

Omicidio di Serena Mollicone

I complici

Nel quadro probatorio manca, per quanto ci  dato sapere, un importante tassello: chi ha occultato il corpo della ragazza, probabilmente ancora in vita, nel bosco Fonte Cupa di Anitrella. Un dettaglio sul quale vige il massimo riserbo. Questo lascia dedurre che la procura non esclude il coinvolgimento di altre persone fino a questo momento rimaste ignote.

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