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L'inchiesta

Omicidio sindaco-pescatore, perquisita l'abitazione frusinate del colonnello Cagnazzo

L'indagine, coordinata dalla Distrettuale Antimafia di Salerno, vede indagate nove persone con l'accusa di omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti

Le indagini sull'omicidio del sindaco di Acciaroli, Angelo Vassallo, toccano anche Frosinone. Come riportato dal Corriere.it, edizione di Napoli, a firma di Titti Beneduce, l'inchiesta coordinata dalla Distrettuale Antimafia di Salerno, a distanza di 12 anni dall'omicidio, potrebbe essere ad una svolta.

"Questa mattina i carabinieri del Ros hanno infatti eseguito un decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli. Tra gli indagati c’è il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, che all’epoca dell’omicidio trascorreva le vacanze a Pollica ed ebbe una breve relazione con la figlia di Vassallo, Giusy. Perquisita la sua abitazione a Frosinone, dove ora vive. Nove persone sono indagate a vario titolo, come si legge in una nota a firma dello stesso procuratore - scrive il Corriere.it -. I reati ipotizzati sono omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Trova conferma dunque l’ipotesi che si era fatta strada fin da subito: Vassallo fu assassinato perché si opponeva allo spaccio di droga nel suo Comune".

Il colonnello Fabio Cagnazzo è stato comandante provinciale dei carabinieri di Frosinone dal 2017 al 2020. E proprio in quel triennio è finito nel mirino della trasmissione Le Iene che più volte si sono occupate della misteriosa morte del sindaco-pescatore. 

"Le indagini - come si legge nella nota a firma del procuratore Borrelli - vertono anche sui clamorosi depistaggi che per tutto questo tempo hanno impedito di fare luce sul delitto. In passato era stato iscritto nel registro degli indagati il brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, per molti anni in servizio al nucleo investigativo di Castello di Cisterna e arrestato poi per traffico di droga, che è tra le persone che sono state perquisite. Era stato stretto collaboratore di Cagnazzo".

Le perquisizioni, tra cui anche quella a carico del colonnello Cagnazzo, scaturiscono quindi da «una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli».

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