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Cronaca

"Meglio morta che lontana da me": operaio a processo per maltrattamenti in famiglia

Decisivo il ruolo dei figli della coppia che hanno convinto la madre a denunciare il 51enne

Ogni volta che la moglie accennava a separarsi erano botte ed insulti. Il marito, un  operaio di 51 anni residente a Fumone, era arrivato a dirle che avrebbe preferito vederla morta che lontana da lui. Per tenerla sotto scacco non provvedeva nemmeno  al mantenimento della famiglia. E la donna, madre di tre figli, a volte non sapeva proprio come sbarcare il lunario. 

I figli  terrorizzati da quel padre, premevano affinchè la mamma prendesse coraggio decidendo di abbandonare il tetto coniugale. Una decisione che la signora aveva preso quando,  per l'ennesima volta, era stata malmenata dal marito. Grazie ai figli che le avevano fatto da scudo era riuscita a scappare da quell'uomo che l'aveva presa a calci e pugni.

Una volta uscita di casa si era presentata alla caserma dei carabinieri per presentare denuncia nei confronti del coniuge.Lei non voleva più vivere in quel clima di terrore. Gli stessi figli, a causa di quella situazione soffrivano di crisi ansiose che sovente necessitavano il ricovero.

 Ma quella decisione aveva esacerbato ancora di più l'uomo  che era arrivato persino a minacciarla di morte.  Le indagini che sono seguite hanno portato al rinvio a giudizio dell'operaio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

La prima udienza è stata fissata per il prossimo 27 settembre. L’imputato sarà difeso dall’avvocato Francesca Ruggeri del foro di Frosinone.

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