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Cronaca

Pastena, i piccoli centri condannati ad un futuro senza scuola

Siamo in procinto di affrontare un nuovo anno scolastico tenendo conto delle esigenze degli alunni e dei bisogni delle famiglie. Abbiamo illustrato i problemi dei piccoli centri rurali alla vice presidenza della Regione Lazio e la necessità di...

Siamo in procinto di affrontare un nuovo anno scolastico tenendo conto delle esigenze degli alunni e dei bisogni delle famiglie. Abbiamo illustrato i problemi dei piccoli centri rurali alla vice presidenza della Regione Lazio e la necessità di cambiare le regole per evitare di avere una scuola senza futuro e un futuro senza scuola.

Aspettiamo che anche l’Anci ci dia qualche suggerimento per evitare che le attuali regole sui limiti per la formazione delle classi diventino una trappola per i piccoli comuni come Pastena. Occorre che la politica decida di riformare il sistema scolastico, senza fare mille promesse e senza illudere la gente.

Per quanto visto in questi anni, seguendo il trend demografico consolidato e consapevoli della crisi economica che perdura da qualche decennio, abbiamo proposto che la scuola dell’obbligo rimanga funzionante nei piccoli centri abbassando il limite minimo di alunni per le classi da costituire.

Abbiamo illustrato gli sprechi e i pericoli per quelle famiglie che devono accompagnare i loro figli nelle scuole dei paesi vicini, i consumi per la pubblica amministrazione e il rischio del tracollo delle attività commerciali che vengono aiutate e stimolate dalla presenza della scuola nel proprio territorio con la tendenza all’abbandono dei centri storici. Il paradosso in questa vicenda è che la politica è assente, si seguono le linee guida nazionali, ovvero le scuole come le aziende mentre gli alunni hanno opportunità didattiche diverse a secondo del comune dove risiedono.

Burocrati e tecnici che danno gli indirizzi alla politica e il potere dominante costringe a pensare seguendo le convenienze più che le proprie convinzioni.

Nonostante i diritti degli alunni siano calpestati, perché la cultura sarà vincolata al peso economico delle loro famiglie nessuno accetta la sfida di tutelare il diritto alla scuola dei piccoli centri, nessuno come don Lorenzo Milani annuncia “ I Care”

La politica deve tornare a “fare la differenza” chiudendo quella stagione di inciuci e compromessi e aprire una nuova fase nella quale vanno trovate le soluzioni ai problemi capaci di andare oltre la logica del manuale Cencelli. Intanto tra mille problemi, poche risorse e alcun potere politico i piccoli comuni continuano ogni giorno ad essere quello che per vocazione e missione devono saper fare ovvero essere la voce della gente e il volto dello Stato. Continueremo ad offrire il massimo agli alunni di Pastena consapevoli che la scuola è necessaria per mantenere i legami di appartenenza con le tradizioni storiche del nostro popolo e per costruire una civiltà democratica e solidale.

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