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Cronaca

Pastena, Il 4 novembre che appartiene alla nostra storia

La grande guerra iniziata il 24 maggio 1915 e durata 41 mesi lasciò una profonda ferita anche nella comunità di Pastena testimoniata dalla lunga lista di morti elencati al monumento dei caduti.

La grande guerra iniziata il 24 maggio 1915 e durata 41 mesi lasciò una profonda ferita anche nella comunità di Pastena testimoniata dalla lunga lista di morti elencati al monumento dei caduti.

Giovani che, ancorché ventenni, furono arruolati e inviati al fronte con l’ordine di riconquistare i territori ancora sotto il dominio dell’impero austro-ungarico.

Cent’anni fa lasciarono le loro famiglie i giovani del nostro paese che hanno contribuito con il sangue e sacrificando la loro vita a costruire l’unità nazionale e a realizzare il sogno risorgimentale della patria descritta da Manzoni “una d’arma ,di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor..”

Pastena ha pagato un prezzo molto alto affinché ‘l’Italia potesse iniziare un nuovo corso e una volta libera e indipendente poter decidere del proprio futuro.

Non solo i morti ma la dura, precaria, infame vita delle trincee raccontata con sofferenza e rassegnazione dai tanti reduci, una vita perennemente messa in pericolo da una pallottola dei cecchini o dai ripetuti assalti alla baionetta.

Testimonianze ormai perse nella memoria delle tante persone anziane che hanno visto una società cambiare troppo in fretta, noncurante e indifferente alle tormentate vicende della guerra dello scorso secolo.

Appare sempre più difficile poter raccontare il freddo patito nelle trincee scavate nel fango e nella neve a duemila metri di altezza, senza indumenti adatti, senza potersi lavare e obbligati a mangiare cibi avariati che disseminavano tifo e colera.

Isolati dal mondo, senza notizie dal fronte, lontano dai familiari, rasseganti all’obbedienza, travolti da una retorica imperante che li obbligava a non fermarsi, a non avere paura e a colpire il nemico per liberare il suolo dallo straniero invasore.

Pastena come tanti altri comuni della nostra provincia ha costruito un pezzo della storia del nostro paese, non si è tirata indietro e ha saputo dare un grande esempio di fedeltà ai principi risorgimentali e di unità nazionale.

Ancora oggi, con gli uomini e le donne impegnate nelle forze armate, continua a garantire sicurezza ai cittadini e a contrastare il malaffare delle organizzazioni criminali che tentano l’assalto allo Stato e alle regole sancite dalla costituzione repubblicana.

La celebrazione del 4 novembre deve essere tenuta in considerazione per l’alto valore storico ed umano che essa trasmette anche se le trasformazioni geo-politiche hanno rivoluzionato i concetti culturali e ideologici riguardanti l’idea della nazione e dell’identità nazionale.

La debole partecipazione popolare e dei giovani può rappresentare un segnale di allarme perché indica il progressivo sradicamento dalla tradizione culturale e l’appiattimento ideologico verso schemi comportamentali superficiali e qualunquisti.

Il futuro di una società può essere costruito se si conoscono la storia e le radici di un popolo, chi la ignora e si affida solo al presente è destinato solo al fallimento e all’inutilità.

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