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Cronaca

Patrica, Belli: Sindaco tradito ecco i motivi

La sfiducia all’ex sindaco Denise Caprara (con conseguente arrivo del commissario prefettizio) torna prepotentemente d’attualità nella campagna elettorale di Patrica.

La sfiducia all’ex sindaco Denise Caprara (con conseguente arrivo del commissario prefettizio) torna prepotentemente d’attualità nella campagna elettorale di Patrica.

O meglio: sono soprattutto le motivazioni che hanno portato al “tradimento” dell’ex sindaco che ancora oggi non sono state ancora assimilate e comprese dai cittadini.

Per cercare di fare chiarezza, nel rispetto dei fatti storici, così come sono accaduti, interviene il candidato a sindaco Stefano Belli:

«Ho sentito, in questi ultimi giorni – esordisce Stefano Belli - le spiegazioni che gli “infedeli” dell’ex sindaco, forniscono ai cittadini per giustificare il loro passaggio all’opposizione. Peccato che ne abbiano dimenticata una, la più importante: quella di aver tradito l’ elettorato esclusivamente per accordi “di altra natura”. Per obiettivi, cioè, che fanno comodo ad altre persone estranee alla realtà di Patrica. E, purtroppo, la gente di Patrica ben conosce i veri motivi… Ecco il livello “politico” cui siamo arrivati….»

Poi, rivolgendosi ai cittadini, Belli aggiunge: «La verità, purtroppo, è un’altra. E mi spiego: è troppo comodo far parte di una coalizione, raccogliere voti popolari grazie ad un programma esposto sotto un simbolo, e poi … fuggire con il bottino. Un bottino fatto di tradimenti nei confronti dei cittadini, che in questo periodo sono allo sbando per non avere una guida “democraticamente eletta” ma guidati da un commissario.

Certo, sono scelte personali e ognuno è libero di comportarsi come vuole. Ma la gente di Patrica ha ben capito il perché di tali scelte e ora saranno loro, gli “infedeli” , a doverlo giustificare alla loro coscienza e, soprattutto, ai loro elettori.

A me preme ricordare che chi fa parte di una maggioranza ne condivide tutti i programmi e tutti i passaggi, sia nei momenti favorevoli, sia nei momenti critici. Ma, comunque, termina il mandato amministrativo dato dal popolo. La coerenza, per me, è e resta, al primo posto».

Stefano Belli, poi, analizza le “motivazioni” addotte da chi ha tradito l’ex sindaco.

«Come si fa a dire che gli sono state nascoste alcune pratiche?

Due le risposte: o non sapeva ciò che faceva, oppure vedeva, e faceva finta di non capire.

Credo, invece, che tra amministratori responsabili valga una sola regola: il confronto democratico. Possiamo, ovviamente, pensarla in maniera diversa in molte circostanze, ma dalla sintesi del confronto emerge sempre la soluzione valida per tutti. Nel rispetto del mandato degli elettori. E un vero amministratore cerca sempre questa soluzione. Non fugge.

Certo, se poi (però) si hanno altre cose per la mente, allora tutto decade. Purtroppo oggi le conseguenze le pagano i cittadini che in questi giorni hanno capito e, ne sono certo, non daranno più fiducia a chi, da tanti anni, ama superare gli steccati: una volta a destra e un'altra volta a sinistra per poi tornare magari, dove un giorno ha iniziato. Insomma, una serie di giravolte che poco fanno onore a chi riveste incarichi pubblici. Una strategia che non paga nel tempo e di certo verrà penalizzata dalla gente di Patrica . Un vero amministratore, se non condivide delle scelte, prima ne discute e poi, semmai, si dimette. Per di più un uomo (a mio avviso) non dovrebbe mai calpestare il lato umano di un Sindaco eletto democraticamente e, per di più,… donna. La conclusione, a questo punto, è evidente: chi non sa confrontarsi, chi respinge il dialogo, chi non accetta la discussione non è un vero amministratore. Quindi, è meglio che resti a casa».

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